Ci sono immagini che non raccontano, ma respirano. Schegge di luce, memorie interrotte, intuizioni che si sfiorano senza mai ricomporsi. Frammenti visivi nasce da questo spazio fragile, dove lo sguardo si fa ascolto e l’immagine diventa presenza instabile, sospesa tra apparizione e dissolvenza. Ogni opera qui è un frammento di mondo — una traccia, un’eco, un battito. Non cerca di essere intera, ma autentica nel suo difetto.
Nel gesto che si interrompe, nella materia che si incrina, nel colore che si apre come una ferita luminosa, l’artista trova la possibilità di dire ciò che non si può dire: la vertigine del vedere. In un tempo in cui tutto si offre allo sguardo e nulla davvero si lascia guardare, questi frammenti ci chiedono lentezza. Ci chiedono di abitare la soglia tra il vedere e il sentire, tra la forma e la sua assenza. Di lasciarci attraversare da ciò che resta, quando l’immagine svanisce. Frammenti visivi è una costellazione di sguardi. Ogni opera è una parola muta in un linguaggio condiviso, ogni artista un viandante che raccoglie pezzi di realtà per restituirli trasformati. Non per ricomporre un tutto perduto, ma per ricordarci che anche il frammento può essere universo. E allora guardare diventa un atto di fiducia: riconoscere nella frattura una forma di bellezza, nell’incompletezza una promessa, nella luce che si spezza — la possibilità di un nuovo inizio. Un itinerario dello sguardo attraverso artisti che vivono in luoghi distinti e raccontano storie derivanti dalla loro memoria visiva e storica.