PUNTI DI VISTA – Illusioni e Percezioni
Mostra del Collettivo Oxford
A cura di Mauro Silani
In occasione della Roma Art Week 2025
Spazio espositivo Q’4RT – Hotel Oxford, Via Boncompagni 89, Roma
20 – 25 ottobre 2025
Vernissage: 20 ottobre 2025, ore 18.00
“Si chiudano gli occhi, si presti attento ascolto e, dal più leggero soffio fino al più selvaggio rumore, dal più elementare suono fino al più complesso accordo, dal più veemente e appassionato grido fino alle più miti parole della ragione, sarà sempre la natura a parlare, a rivelare la propria presenza, la propria forza, la propria vita e le proprie connessioni, cosicché un cieco, a cui l’infinitamente visibile fosse negato, in ciò che è udibile potrà cogliere un infinitamente vivente.”
-Johann Wolfgang von Goethe-
Con questa riflessione si apre la mostra “Punti di Vista – Illusioni e Percezioni” del Collettivo Oxford, inserita nel programma della Roma Art Week 2025.
L’arte, come la natura evocata da Goethe, non si concede mai in una forma pura e assoluta, ma si offre allo spettatore in un dialogo continuo tra visibile e invisibile, tra l’oggetto rappresentato e la percezione soggettiva di chi osserva. Così, il confine fra realtà e illusione diventa sottile e sfuggente: le opere si trasformano in campi di possibilità interpretative, in cui lo sguardo non è semplice ricezione, ma parte integrante del processo creativo.
In occasione della Roma Art Week 2025, il Collettivo Oxford presenta la mostra “Punti di Vista – Illusioni e Percezioni”, ospitata presso lo spazio espositivo Q’4RT dell’Hotel Oxford di Roma, dal 20 al 25 ottobre 2025.
Il progetto espositivo, a cura di Mauro Silani, invita lo spettatore a interrogarsi sul proprio modo di guardare: non vediamo mai “la natura” in sé, ma il riflesso del nostro stesso sguardo su di essa. Le opere diventano quindi specchi di prospettive differenti, punti di vista che si moltiplicano e si intrecciano, mettendo in scena la complessità dell’esperienza estetica contemporanea.
La citazione di Goethe diventa chiave di lettura della mostra. Come i suoni evocati dal poeta tedesco, che rivelano la vitalità della natura anche a chi non può vederla, così le opere esposte dischiudono la possibilità di un’esperienza dell’arte che trascende il mero dato visivo, non si manifesta mai in una forma univoca e definitiva. È sempre il risultato di un incontro, di una risonanza fra ciò che l’artista propone e ciò che lo spettatore ricompone nel proprio atto di osservazione. In questo scambio, ogni opera si offre come soglia instabile tra l’oggetto reale e la percezione soggettiva, generando illusioni, cortocircuiti interpretativi, spostamenti di senso.
Il paradosso è che, pur partendo da punti di vista diversi, lo spettatore e l’artista, e più in generale i diversi osservatori, finiscono spesso per convergere verso percezioni comuni. È come se esistesse un tessuto nascosto che tiene insieme le esperienze, al di là delle differenze di prospettiva. A questo livello la riflessione incontra la scienza: l’entanglement quantistico ci mostra infatti come due particelle, pur lontane nello spazio, restino misteriosamente collegate, condividendo uno stesso stato.
Questa immagine diventa metafora potente dell’esperienza estetica: l’arte, come l’universo quantistico, non è mai isolata né autosufficiente, ma esiste nella relazione, nella connessione invisibile che lega soggetto e oggetto, artista e spettatore, punto di partenza e punto di arrivo. L’opera d’arte non è soltanto ciò che l’artista ha realizzato, ma anche ciò che lo sguardo dell’altro vi riversa, trasformandola continuamente in un campo vivo di possibilità.
L’arte non si dà mai nella sua purezza originaria, ma si manifesta in un regime interpretativo, sempre mediato dallo sguardo di chi osserva. È proprio in questa relazione — tra l’oggetto reale e il soggetto che lo percepisce — che prende forma un campo di tensione fatto di illusioni e percezioni. L’opera vive, dunque, non solo nella materia che la costituisce, ma anche nel processo di risonanza che attiva nello spettatore.
Il percorso espositivo invita a riconoscere che non vediamo mai “la natura” in sé, ma il riflesso del nostro modo di guardarla. Così, ogni pittura, scultura, incisione o mosaico si fa specchio di un’esperienza sensibile in cui la verità dell’arte non è mai univoca, ma plurale, soggettiva, aperta.
È proprio in questo dialogo – tra differenze che si cercano e consonanze che emergono – che si manifesta la natura più autentica dell’arte: non come verità oggettiva, ma come spazio condiviso di percezione, dove anche ciò che appare distante si scopre sorprendentemente e forse illusoriamente vicino.
Il Collettivo Oxford, con questa mostra, riafferma la propria vocazione a indagare la contemporaneità come spazio di ricerca condivisa, in cui ogni punto di vista diventa essenziale e ogni percezione si trasforma in occasione di riflessione.
Artisti in mostra
Pittori:
Anita Pilat – Antonella Quartaroli – Carlo Solazzi – Luigi Ambrosetti – Luigi Cartella – Mauro Silani – Monica Garroni – Romano Pietrangeli – Sandro Cipolletti – Silvia Rinaldi – Stefano De Santis – Tonino Calotta – Umberto Pozzi
Scultori, incisori, ceramisti e mosaicisti:
Paolo Paleotti – Remo Lenci
Con “Punti di Vista – Illusioni e Percezioni”, a cura di Mauro Silani il Collettivo Oxford conferma la sua vocazione di laboratorio artistico e curatoriale capace di trasformare la percezione dello spettatore in protagonista attivo del processo creativo, mettendo in gioco questa dinamica di risonanze e scarti: un mosaico di linguaggi, sensibilità e stili che, pur nella loro diversità, finiscono per rivelare un orizzonte comune.
Informazioni
Mostra: Punti di Vista – Illusioni e Percezioni
Collettivo Oxford
A cura di Mauro Silani Spazio Q’4RT – Hotel Oxford, Via Boncompagni 89, Roma
20 – 25 ottobre 2025 Vernissage: 20 ottobre 2025, ore 18.00
Evento inserito nel programma ufficiale della Roma Art Week 2025
Ufficio Stampa e testi: Mauro Silani
Contatti: mauro.silani@gmail.com