L’Outsider Art è stata quasi sempre riconosciuta postuma, l’interesse diffuso unanime e quasi devozionale per l’arte definita universalmente come tale, ha relegato quasi sempre come manifestazione patologica, o al massimo curiosità morbosa per il pensare balzano.
Una nuova mostra delle opere più recenti di Tommaso Nicoletti, sia in acrilico su tela, sia prodotte digitalmente, sancisce la ribellione a ogni canone o moda espressivi, rappresenta nella sua apparente ingenuità infantile, ancora una volta l’arte degli emarginati, dei reietti, dei reclusi dalla società dei “normali”.
Una mostra che vuole promuovere l'attività di una scuola d'arte per artisti divergenti, perché sia sempre più favorita e alimentata la libertà di raccontare i propri punti di vista da parte di chi non ha argomenti affabulatori per esprimerli.
E’ un anelito di libertà e una gioia di liberazione che è possibile vedere crescere ogni giorno c osservando Tommy e i suoi “colleghi” che si producono nell’atelier di via Tommaso Gulli.
Il racconto estetico tracciato da una mente divergente rispetto agli standard più condivisi porta alla luce una vera e propria dimensione nascosta degli oggetti e della realtà tangibile.
Non assistiamo a una distorsione “patologica” del reale mediamente percepito, quanto piuttosto all’indicazione di altre esistenze percorribili che la neurotipicità ha interdette. E’ un punto di vista opposto rispetto all’approccio Lombrosiano che definiva “Arte pazzesca” i reperti che raccoglieva nelle carceri e nei manicomi, solo per rafforzare le sue teorie sullo stigma indelebile della divergenza.
I ragazzi come Tommy ci indicano nuove possibilità di percepire il mondo che ci circonda, la loro visione ci insegna a percorrere le mille e mille possibilità di espressione che possiede in potenza ogni realtà che circoscrive il nostro colpo d’occhio, perennemente ingabbiato nel più banale standard visionario.