Consuelo Mura
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Dati e contatti

Consuelo Mura vive e lavora a Roma.

L’artista è interessata all’osservazione  delle condizioni sociali e alla relazione tra uomo e natura. Affronta il tema della traduzione pittorica della scultura ponendo al centro delle sue opere statue raffiguranti i miti narrati nelle metamorfosi.

Il mito, come in un caleidoscopio di forza e fragilità, ha la grande capacità di raccontare ieri come oggi le vicende umane.

Nel suo ultimo lavoro RESILIENTIA NATURAE l’artista ha operato per sottrazione.

Terra, acqua e luce costituiscono il corpo delle opere, elementi essenziali e interdipendenti nell’equilibrio e disequilibrio della vita stessa,  nel suo continuo ciclo di perdita e rinascita.

Sulle tele, con una precisa casualità, gli elementi naturali rappresentati dall’artista con il medium della pittura, della sabbia e dell’oro, si uniscono e separano formando geografie immaginarie e immaginifiche.

La trama, tessuta dall’artista sulla tela, è rappresentazione di  quel gesto lento, ripetitivo e antico che le donne con sapienza e pazienza riuscivano a trasformare in un vero e proprio atto meditativo,  raggiungendo un livello di maggior consapevolezza e di calma interiore.

Il telaio con la sua trama era luogo di parole, racconti e intimità tra madri, figlie e nipoti, lì, si tramandava il sapere antico  e si imparava a tessere la vita stessa.

 

 

Dal 2006 ad oggi ha esposto i suoi lavori in diverse mostre personali e collettive presso gallerie, spazi istituzionali e fiere internazionali tra Italia, Stati Uniti, Cina, Turchia, Polonia e Canada.

Nel 2007, il suo lavoro viene selezionato tra le opere finaliste del Premio Celeste, nello stesso anno inaugurerà la sua prima mostra personale a New York.

Nel 2010, una sua opera viene selezionata per Italian Olimpic Spirit – Giochi Olimpici Invernali 2010, Casa Italia Coni, Vancouver.

Nel 2019, nel Museo Macro di via Nizza si esibisce in due performance e successivamente partecipa ad una residenza organizzata all’interno del museo.

Nel 2020, partecipa ad un'Asta di beneficenza per la CROCE ROSSA ITALIANA contro il COVID, a cura della Galleria Rosso20sette.

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Ho guardato alle donne, donne che aspettano, che osservano, donne che conoscono e cambiano il mondo. È iniziato tutto dallo studio del linguaggio del corpo femminile, gambe ritratte in posizioni che esprimono stati d’animo intimi e personali. Immagino queste scene come frammenti in cui il tempo non esiste più, o è sospeso per un istante in un ricordo onirico.Negli anni, questo studio mi ha portato a cambiare punto di vista: ho guardato alla natura come a una donna che resiste, genera vita, protegge, punisce e perdona. Mi sono ispirata ad icone storiche e mitologiche per cercare in quelle vite di fantasia delle morali differenti da quelle classiche e canoniche, volgendole al femminile e analizzandole.Nel mito di Amore e Psiche sono la volontà di conoscenza e il coraggio a muovere Psiche, che con forza e indipendenza affronterà prove difficilissime. Questo lungo percorso non soltanto la condurrà a ritrovare il suo amato ma, ancora di più, se stessa, fino al raggiungimento della parità con Amore, nel momento in cui verrà trasformata in Dea.Ho riflettuto su quanto ancora oggi molte donne siano in difficoltà e non trovino la forza di reagire, ripartendo da loro stesse.Tra i diversi miti dai quali avrei potuto prendere spunto per trattare l’argomento, uno in particolare mi ha colpito.Ho riletto in chiave contemporanea la vicenda di “Apollo e Dafne” tratta da Le Metamorfosi di Ovidio. Dafne è una giovane ninfa, una donna che ha fatto voto di castità a Diana, ma dietro questo voto non si celano messaggi religiosi, bensì una necessità di emancipazione da una realtà di uomini, violenza e violazione della propria libertà.

Infatti, Cupido, invidioso, fa innamorare Apollo di Dafne, sapendo che non sarebbe stato ricambiato, il che rende la ninfa una vittima di questo capriccioso litigio tra Dei.

Uomini che giocano con l'amore riducendolo ad un corpo da possedere, ad un’ossessione che non rispetta la libertà della donna.

Infine, nell'atto metamorfico di Dafne, quando stremata invoca la madre Gea, siamo davanti al martirio di una donna che si fa simbolo di lotta di resistenza. La pianta d'alloro, che, nel mito, Apollo renderà pianta sempreverde, era per gli antichi la rappresentazione della vita perpetua, immortale come il messaggio di resistenza che Dafne, inconsapevolmente, ancora oggi trasmette.

“Rappresento l’istante come fosse il frammento di un ricordo del quale si riesca a mettere a fuoco solo un piccolo particolare, un tassello, che possa raccontare un’intera storia.

Il gesto di una donna che è contemporaneamente moglie ed amante, madre e bambina, una donna sfaccettata da guardare come attraverso un caleidoscopio. Il titolo delle opere indica una strada eventuale e non vuole essere un percorso obbligato verso un’interpretazione, ma lascia a chi osserva la libertà di immaginare secondo una propria suggestione.

Utilizzo, come fossero bozzetti, fotografie scattate da me, ma anche immagini prese in prestito dai media, concentrandomi poi solo sul particolare che mi interessa.”

Gianluca Marziani per il catalogo “le leggi del desiderio”

...“L’artista ruota il suo occhio attorno al corpo femminile. Fissa sulla tela singoli dettagli dentro contesti neutri ma accoglienti, lasciando galleggiare le varie fisicità nei luoghi astratti che mostrano la coscienza intima dello spazio privato. Vediamo le donne in campo tramite inquadrature parziali che ne celano il volto, dando alla bellezza l’impatto di un archetipo evocativo. Gambe, abiti fascianti, scarpe sexy dal tacco alto, posture calibrate dove ogni azione risponde ad una rigorosa analisi dell’eros iconografico. Tutto si gioca sul frammento, sulle attitudini del corpo che diviene pittura. Un viaggio figurativo sul diaframma sottile tra realismo fotografico e liquidità pittorica. Un progetto dove la morbidezza fantasmatica dei corpi contrasta con la precisione degli accessori e dei piedi, resi dall’artista un catalizzatore magnetico che distribuisce l’energia lungo l’intero progetto.”...

Giuseppe Di Bella per la rivista Con-fine

...“Non ci si può sottrarre alla bellezza degli occhi che osservano, occhi che in quella gamma di percezioni velate, occhi che con quella capacità di cogliere sfumature e condizioni psicologiche sfumate

possono appartenere solo ad un essere artista al femminile: almeno gli ultimi vent’anni sono costellati da nomi e carriere di pittrici che ci mostrano le potenze sorte dalle tensioni della specificità dell’Arte- donna. E così senza urlare, attraverso un limpido catalogo anche Consuelo Mura illustra il sentiero che trova la mediazione

come forma di strategia attuale e di

sintesi fra antinomie per suggerire gli attimi minimi e pur traboccanti di inquietudine e pathos del privato.

Il passo ibrido tuttavia con cui ci si avvicina al reale è un modo grazie al quale valutare i limiti o le possibilità mancate anche della pittura che ci precede e focalizzarla sul vetrino del vacuum in senso teorico quanto concreto. Il senso di distacco si trasforma per inscenare la solitudine a cui la nostra epoca sembra condannata, solitudine privata, di donne abitanti di case vuote, quasi del tutto senza presenze che possano godere l’opulenza della loro offerta. Lo spazio su cui si incollano le figure è un vuoto ricavato per sottrazione, per svuotamento o per cancellazione come su Photoshop, un fondo muto e aperto a qualunque definizione di silhouette. Quella capacità di indagare

l’arte nel suo artificio anticonvenzionale porta una serie infinita di nomi illustri che l’artista ha introiettato per camuffare la tradizione o il classico delle sue opere in un vissuto in cui la donna che toglie o infila la scarpa décolleté celeste ha la stessa valenza di una bagnante al mare ripresa mentre è intenta a sollevare la sottoveste. Un voyeurismo concesso solo all’arte e in questo caso all’arte di genere.”...

Marina Marinelli per il catalogo “di Amore e Psiche e di altri corpi”

...“I modelli presi a ispirazione diventano materia personalissima nel fare della pittrice romana, che trasforma le figure mitopoietiche in apparizioni della vita quotidiana. Con il suo inconfondibile stile incardina l’anatomia dei corpi in una dimensione statica, astratta e atemporale, mentre focalizza l’inquadratura su un dettaglio estrapolato da un contesto generale. Le presenze che popolano il mondo reale e quello del mito colloquiano in un sottile gioco dialettico e di rimandi.

La Mura parte dalla rappresentazione di “altri corpi”

dipinti in bianco e nero, dalla consistenza quasi marmorea e dove l’accensione cromatica è

riservata solo a particolari accessori, come scarpe e abiti, evocazioni di un mondo femminile ad alto potenziale seduttivo. Seguendo un percorso ideale e consono alla sua ricerca pittorica la pittrice romana approda alla riproposizione della statua vera e propria, sovvertendo però la monocromia del marmo a favore del colore, cui affida nuove facoltà espressive e persino accenti ludici.”...

...“Quella di Consuelo Mura è una pittura contemplativa che guarda alla figura umana come a un soggetto silente e in posa, metafora della complessa dinamica della realtà e della catena dei suoi possibili significati. La tradizionale scatola prospettica si trasforma in un contenitore concettuale, al cui interno si consuma un tempo privo di durata: il lasso della sospensione e dell’attesa.

Questo intervallo suggerisce l’idea di un ambito privato e di una condizione dell’essere dominata dall’aspettativa, dal desiderio e dal ricordo. Lo spaccato di un istante si fa pittura dell’anima, nell’irrompere di emozioni fatalmente soggettive.

La solitudine dei corpi è semplicemente apparente. Essi infatti presuppongono l’esistenza di un altro da sé, di un terzo, come dimostrano anche i titoli delle opere in forma di frasi rivolte a un interlocutore a noi invisibile.

Nell’indefinibilità dello spazio-tempo gli “altri corpi” occupano la tela stanti, seduti o sdraiati, si fanno guardare e si fanno immaginare nel loro anonimato. Psiche e Venere si presentano invece senza infingimenti, a volto scoperto, proponendoci finalmente il disvelamento dell’identità e del ruolo. Gli dei in quanto archetipi, modelli di comportamento e di personalità, assolvono alla funzione di appartenere al collettivo. Al mondo di chi dipinge e di chi guarda l’opera d’arte. Al mondo di tutte le anime che affrontano il difficile percorso della purificazione e della redenzione attraverso l’amore. Con un linguaggio evocativo e sensibile, con inquadrature raffinate e impeccabili nella definizione delle forme, Consuelo Mura propone una contaminazione tra mondo fisico e mondo simbolico senza contraddizioni e senza soluzione di continuità. Un’opportunità che ci obbliga ad ascoltarci e un invito a prolungare la vita dell’opera d’arte nella nostra stessa esistenza. ”...

Consuelo Mura: “Ogni gesto della geisha è misurato, il cibo che porta alla bocca non deve toccare le sue labbra, i capelli sono raccolti in un’acconciatura perfetta che richiede tempi lunghissimi di preparazione, il kimono e gli altissimi zoccoli infradito la costringono a piccolissimi passi.

Una donna istruita, elegante, una donna perfetta con l’unico compito di compiacere e soddisfare l’uomo. Mi giro ad occidente e vedo una donna stretta in un corsetto che non la fa respirare sino a farla svenire.

In ogni latitudine si è voluta una donna che non potesse muoversi, correre, sudare, sbagliare, insomma essere libera come un uomo.

Anche nelle ballerine guardiamo affascinati alla bellezza del piede, del suo collo della caviglia stringata nei lacci della scarpetta a punta, ma al suo interno c’è spesso un piede deformato e sofferente, costretto in una posizione innaturale. E qui non posso non pensare ai “fiori di loto” i famosi piedini delle nobili donne cinesi deformati già all’età di 5-6 anni e chiusi in delle scarpine piccolissime, con gravi sofferenze.” (C.M.)

La serie Bow to Nature nasce dall’esigenza di guardare il nostro pianeta con amore, cura  e rispetto, consapevoli come siamo della sua fragilità.

Questi lavori sono ispirati alle parole preziose di Ghandi che ha sempre sostenuto la connessione profonda tra uomo e natura, perché non è possibile la sopravvivenza dell’uno senza l’altra.

Le sue parole:

“Nel mondo c'è quanto basta per le necessità dell'uomo, ma non per la sua avidità.” 

“Tu e io non siamo che una cosa sola. Non posso farti male senza ferirmi.”

“La vita di un agnello non è meno preziosa di quella di un essere umano. Trovo che più una creatura è indifesa, più ha il diritto ad essere protetta dall'uomo dalla crudeltà degli altri uomini.”

“Un pianeta migliore è un sogno che inizia a realizzarsi quando ognuno di noi decide di migliorare se stesso.”


Eventi a Rome Art Week
2023
Consuelo Mura
23 Ott 2023 | 16:30-20:00

Accesso libero
Open Studio
Spazio Mimesis
Via Roccantica 8
Image not present
26 Ott 2023 | 18:00-21:00
ARCHE' IL PRINCIPIO, PITTURA SCULTURA E DESIGN
Accesso libero
Evento
Aria Design Lab
Via Ceresio 33
2022
DISSEMINATE/DISSEMINArTE
 Pittura in vetrina
24-29 Ott 2022
Da un'idea di Silvia Pao - A cura di Roberta Melasecca
Accesso libero
Vernissage Lunedì 24 Ott 2022 | 17:00-21:00
Mostra
Aria Design Lab, 5 Porzioni, Mamà food & mood, nAm naturaArtismagistra, La Gallina bah, Mood Boutique, OM Style, TerraAria
Quartiere Trieste
DIALOGO MUTO
25 Ott 2022 | 18:00-21:00
Opere di Emanuela Lena, Consuelo Mura, Alessia Nardi
Accesso libero
Evento
Galleria Il Sole
Via Nomentana 125
2021
Opere in Giallo
25 Ott-02 Dic 2021
Mostra Collettiva in omaggio al grande Maestro Achille Pace
Accesso libero
Vernissage Lunedì 25 Ott 2021 | 18:30-21:00
Mostra
Bat-Gallery / Studio Milani
Vicolo del Puttarello, 31 ( Fontana di Trevi )
Opere in Giallo - Vernissage
25 Ott 2021 | 18:30-21:00
Omaggio al Maestro Achille Pace
Accesso libero
Evento
Bat-Gallery / Studio Milani
Vicolo del Puttarello, 31 ( Fontana di Trevi )
2020
We As Nature
28 Ott-11 Nov 2020
47 artisti si confrontano sul tema della natura
Accesso libero
Mostra
Hotel Ripa
Via degli Orti di Trastevere, 3
We As Nature - Presentazione
28 Ott 2020 | 17:00-21:00
47 artisti si confrontano sul tema della natura
Accesso libero
Evento
Hotel Ripa
Via degli Orti di Trastevere 3
2019
L’Infinito - Più vicini all’universo dove annega il pensiero
23-25 Ott 2019
Progetto per il bicentenario de L’Infinito di Leopardi
Accesso libero
Mostra
Complesso Monticello
Via Aurelia, 278
Dangerous kindness project
24 Ott 2019 | 17:00
La gentilezza è pericolosa - A cura di Roberta Melasecca
Accesso libero
Progetto
Officine Nove
Vicolo del Casale Galvani 9
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