Rassegna Stampa

Studi aperti, incontri e visite guidate: fino al 29 ottobre Roma Art Week

Una settimana a caccia di arte per Roma. Nutrita da una visione entusiastica e un’idea democratica,  RAW – Rome Art Week, è un’operazione che, nella sua semplicità, mancava nella capitale d’Italia: una settimana a cadenza annuale in cui artisti, gallerie private e istituzioni museali fanno rete, aprendo spazi, organizzando eventi, dibattiti, workshop, feste e tutto quello che può essere utile per conoscere “chi è chi” dell’arte contemporanea in città.

L’idea di fare quello che è ormai una prassi nelle maggiori capitali europee (da Berlino a Parigi), nasce da un gruppo di professionisti del settore che hanno messo a disposizione le loro competenze, con poco tempo e a budget zero. Gli artisti Micaela Legnaioli e Massimiliano Padovan Di Benedetto dirigono l’orchestra, la gallerista Maja Titonel si è occupata di trovare gli spazi (la cui adesione, al contrario della altre Art Week, è del tutto gratuita), la giovane artista Sonia Andresano si è incaricata di trovare colleghi disposti a fare incontri e ad aprire i loro studi mentre Paolo Assenza cura la sezione “punti di vista”, una serie di talk dove critici e operatori autorevoli del settore dell’arte contemporanea offriranno una loro visione sullo stato dell’arte a Roma. Per la sua genesi “dal basso”, in un certo senso la RAW è l’opposto di “Contemporaneamente Roma”, il “brand” istituzionale voluto dall’Assessore alla Cultura Bergamo per riunire gli eventi dell’arte contemporanea a Roma (che, dalla Quadriennale al RomaEuropaFestival, che già godono di vita propria).

Il risultato del piccolo staff è notevole: più di 450 eventi nella settimana tra lunedì 24 e sabato 29 ottobre, 210 artisti partecipanti e 124 tra gallerie, accademie, fondazioni e associazioni. “Roma è un punto di riferimento per l’arte antica ma è poco conosciuta, soprattutto a livello internazionale per quello che riguarda il contemporaneo – spiega Legnaioli, che ha avuto l’idea durante l’Art Week di Berlino nella primavera di quest’anno – noi vogliamo far sì che Roma entri nei circuiti internazionali”. Con un programma vastissimo sul sito www.romeartweek.com e mappe cartacee disponibili in tutti gli spazi che aderiscono all’iniziativa, la settimana è l’occasione per approfondire le proprie conoscenze e scoprire artisti emergenti.

C’è di tutto, dagli appuntamenti nelle gallerie più note come la Gagosian e Magazzino a quelle legate all’urban art come Varsi, incontri con artisti (Rodolfo Villaplana il 25 ottobre alla galleria Maja Arte Contemporanea, Alberto Timossi alla Pavart il 25 ottobre), collettive (come “Colors” alla galleria Edieuropa il 26 ottobre) e visite guidate, da fondazioni storiche come il Pastificio Cerere a nuovi spazi della street art come Tormarancia e l’ex fabbrica Miralanza. Il progetto, che ora gode del patrocinio del Comune, è totalmente non-profit e realizzato in piena indipendenza.

“Pensiamo agli anni ’60, alla cosiddetta Scuola di Piazza del Popolo, alla Scuola di San Lorenzo e il Pastificio Cerere”, sottolinea Alberto Dambruoso, uno dei critici del ciclo “punti di vista” (con lui anche Paolo Balmas, Claudio Zanbianchi, Lorenzo Canova, Giovanni Albanese e tanti altri) – il contemporaneo fa parte del nostro Dna, è ora di far sì che Roma anche oggi venga percepita in modo diverso”, conclude. Raw, come crudo, grezzo in inglese, una bistecca al sangue da addentare voracemente o un diamante che attende di essere intagliato: qualsiasi sia la metafora che si sceglie di attribuirgli, la Rome Art Week è una scommessa. Nei confronti dell’arte ma anche e soprattutto verso il notorio disincanto dei romani, che, ribaltato, può diventare forza propulsiva. 

Sorgente: Repubblica

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