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Stefan Draschan e il suo mimetismo

Avete mai sentito parlare di Stefan Draschan?

È un uomo, nato in Austria nel 1979, che fa l’artista in modo bizzarro: passa il suo tempo tra le sale dei musei alla ricerca di persone, contesti, situazioni particolari di vita che scorre e che pulsa all’interno di quei luoghi così silenziosi e austeri.

Artista ironico e mai superficiale, Draschan è attratto dalle corrispondenze di forma, colori che avvengono per caso dando vita a veri e propri set fotografici, all’insaputa di chi non sa osservare.

Draschan, attraverso la sua arte, ci restituisce alcune chiare categorie di persone che vanno nei musei: 

People sleeping in Museums rappresenta quei visitatori che si addormentano letteralmente di fronte alla bellezza della creatività umana; 

People touching Artworks raffigurano quelle persone che nei musei non riescono a tenere le mani in tasca e toccano qualunque cosa dialogando tra sé e sé;

People matching Artworks riprende ignari visitatori che si mimetizzano con le opere o perché assumono posizioni simili ai personaggi o perché riprendono colori, stili particolari perfettamente abbinati al quadro.

 

Queste consonanze precise ma soprattutto involontarie danno origine a racconti in cui il visitatore ignaro diventa protagonista di un’opera d’arte mentre guarda una qualsiasi altra opera.

Draschan, con questo suo modo di concepire l’arte, cerca di diffondere il messaggio che la visita alle mostre non serve solo a contemplare opere ma anche e soprattutto a diventarne parte integrante.

Ho voluto inizare a fotografare nell’estate del 2013, quando ho smesso di fumare e mi sono trasferito da Vienna a Berlino. Prima di diventare giornalista suonavo e gestivo un coffee shop ma non sapevo che osservare fosse il mio principale talento

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