Open Studio EvaKillerDog

La finestra di malta

La finestra di malta


La nuova data verrà annunciata a breve

Starship's Crew at the Malta's window.

a cura di Giuseppe Ussani d'Escobar

Equipaggio: Gianluca Perciballi 3D, Enrico Ciccolini 3D Printer, Robot di bordo EVAKILLERDOG.a collaborazione RADIO 21APRILE ISTAGRAM:@qm_roma. Giovanna Vernarecci, podcast e video,musica del mio amico Davide Di Pasquale, e la sala dell'intervista Eneru Escape (escape room) gioco, il tuo obiettivo principale è riuscire ad evadere da una stanza entro un tempo massimo, risolvendo enigmi.

 

Starship’s Crew at the Malta’s window


Giuseppe Ussani d’Escobar

Una astronave si è andata a collocare nel punto esatto dove è crollato l’arco della “Finestra Azzurra”a Malta. Gli alieni hanno deciso di ristabilire il contatto tra i pilastri, avendo percepito, dall’alto del loro orbitare, il dolore e il disappunto degli abitanti di Gozo e dei turisti per tale grave perdita. L’uomo da sempre si è impegnato a costruire ponti tra Culture e Civiltà; creatura sociale non esprime la vocazione all’isolamento. Dalla situazione puramente geografica del ponte che collega le rive di un fiume o le rive del mare e che quindi consente di percorrere interi territori, nel caso contrario difficilmente accessibili e superabili, si passa con disinvoltura al “ponte” che si edifica tra singoli individui, comunità e civiltà per il tramite del dialogo.
La “Finestra Azzurra” di Malta era metafora del ponte spirituale e concreto che mette in contatto e sublima l’immaginario di uomini che vivono in realtà diverse e lontanissime: questo è potuto accadere per il successo diffuso e popolare che ha da sempre riscosso la visione di questo arco naturale, voluto da Dio per la delizia dello sguardo attento e sognante della specie umana, grazie alla sua apparizione televisiva nella serie “Il Trono di Spade” e nel film “Scontro di titani” del 1981, ma ancora di più per le promozioni turistiche relative alla bella isola.
La stessa definizione attribuita all’arco di “Finestra Azzurra” evoca ovviamente la distesa del mare, ma simultaneamente, l’apertura verso il cielo e di conseguenza ispira il viaggio della fantasia nel cosmo. La navicella, con il suo equipaggio di artisti e artigiani, deve essersi, possibilmente, sincronizzata su un canale spaziale che trasmetteva il tragico avvenimento relativo alla scomparsa del miracoloso arco “acheropito” (ovvero “non realizzato da mano umana”). Così, il team di volenterosi e creativi è partito da un misterioso pianeta per raggiungere la nostra Terra e l’isola, dove hanno deliberato di atterrare e di trasformarsi in installazione permanente, sostituendo la parte sospesa, precipitata a causa della continua erosione delle acque e del vento.
Si dava vita a un onirico progetto di Land Art che EvaKillerDog concepiva e i suoi compagni di viaggio, Gianluca Perciballi 3D ed Enrico Ciccolini 3D Printer, condividevano con passione e dedizione nel materializzarlo. L’arte sempre di più, oggi, assume forme e finalità innovative originali, grazie alle collaborazioni che si vengono a instaurare tra alte professionalità provenienti da diversi settori, così germogliano e fioriscono in maniera del tutto spontanea i collettivi che hanno le dinamiche e l’atteggiamento delle botteghe rinascimentali.
L’idea del “ponte”, quale veicolo di comunicazione tra sentimenti ed emozioni, è stata recentemente realizzata da Mark Nixon, dello studio di Londra Neon, che ne ha modificato uno ad Aarhus, in Danimarca, in strumento musicale, appendendovi nella parte inferiore dei tubi di alluminio anodizzato, che si muovono al vento e al tocco delle mani dei passanti, producendo suoni. Si potrebbe qualificare come “Ponte Orchestra” vibrante, grazie all’intervento degli uomini e della natura che gli donano la sua profonda, imprevedibile e inesplorata voce.
Lorenzo Quinn era presente presso l’Arsenale di Venezia, in occasione della Biennale d’Arte 2019, con la sua installazione “Building Bridges”: questa consisteva in sei coppie di mani che, intrecciandosi, formavano un ponte ideale con lo scopo di unire gli argini, congiungendo e coniugando diversità culturali e di pensiero.
L’astronave di EvaKillerDog ben rappresenta il punto di contatto tra cielo e terra, tra il nostro mondo che decade ogni giorno a causa dell’inquinamento e dei danni climatici irrimediabili e i marziani che, forse, arriveranno in nostro soccorso, quando comprenderanno che ormai saremo giunti all’estremo delle nostre forze e saremo totalmente privi di risorse. L’astronave vuole essere perfino metafora del nostro cervello con le sue cavità e con i suoi molteplici ingranaggi dei quali abbiamo perso alcuni fili che sono andati bruciati, in definitiva l’artista osa sussurrarci che noi tutti dovremmo rimettere in moto i nostri dischi volanti, dopo averli riparati, per recuperare quota nel volo e conseguire, dalle vertiginose altezze, una visione più aperta del nostro universo, abbattendo le barriere tra razze e culture. L’astronave riapre la “Finestra Azzurra” sull’infinito del nostro cuore e della nostra mente, per il tramite del prodigio della tecnologia digitale che permette al velivolo di comparire in 3D nella nostra dimensione. A Gozo la medesima astronave potrebbe ancora evolvere in una proiezione olografa visibile solo da uno specifico punto della riva antistante. In qualità di critico d’arte e Curatore sono stato invitato sulla navicella a far parte dell’equipaggio, sempre più spesso non vedo l’ora di mettere piede nuovamente sulla mia amata Terra, a volte è monotono girovagare nello spazio, anche se i miei compagni non sono affatto noiosi. Ed ora trasmissione chiusa dallo spazio infinito e come direbbe Spock del famoso Star Trek: la nostra “missione è quella di esplorare strani nuovi mondi alla ricerca di nuove forme di vita e di nuove civiltà per arrivare coraggiosamente là dove nessuno è mai giunto prima!”.

Starship’s Crew at the Malta’s window
Chief Curator
Giuseppe Ussani d’Escobar

Una astronave si è andata a collocare nel punto esatto dove è crollato l’arco della “Finestra Azzurra”a Malta. Gli alieni hanno deciso di ristabilire il contatto tra i pilastri, avendo percepito, dall’alto del loro orbitare, il dolore e il disappunto degli abitanti di Gozo e dei turisti per tale grave perdita. L’uomo da sempre si è impegnato a costruire ponti tra Culture e Civiltà; creatura sociale non esprime la vocazione all’isolamento. Dalla situazione puramente geografica del ponte che collega le rive di un fiume o le rive del mare e che quindi consente di percorrere interi territori, nel caso contrario difficilmente accessibili e superabili, si passa con disinvoltura al “ponte” che si edifica tra singoli individui, comunità e civiltà per il tramite del dialogo.
La “Finestra Azzurra” di Malta era metafora del ponte spirituale e concreto che mette in contatto e sublima l’immaginario di uomini che vivono in realtà diverse e lontanissime: questo è potuto accadere per il successo diffuso e popolare che ha da sempre riscosso la visione di questo arco naturale, voluto da Dio per la delizia dello sguardo attento e sognante della specie umana, grazie alla sua apparizione televisiva nella serie “Il Trono di Spade” e nel film “Scontro di titani” del 1981, ma ancora di più per le promozioni turistiche relative alla bella isola.
La stessa definizione attribuita all’arco di “Finestra Azzurra” evoca ovviamente la distesa del mare, ma simultaneamente, l’apertura verso il cielo e di conseguenza ispira il viaggio della fantasia nel cosmo. La navicella, con il suo equipaggio di artisti e artigiani, deve essersi, possibilmente, sincronizzata su un canale spaziale che trasmetteva il tragico avvenimento relativo alla scomparsa del miracoloso arco “acheropito” (ovvero “non realizzato da mano umana”). Così, il team di volenterosi e creativi è partito da un misterioso pianeta per raggiungere la nostra Terra e l’isola, dove hanno deliberato di atterrare e di trasformarsi in installazione permanente, sostituendo la parte sospesa, precipitata a causa della continua erosione delle acque e del vento.
Si dava vita a un onirico progetto di Land Art che EvaKillerDog concepiva e i suoi compagni di viaggio, Gianluca Perciballi 3D ed Enrico Ciccolini 3D Printer, condividevano con passione e dedizione nel materializzarlo. L’arte sempre di più, oggi, assume forme e finalità innovative originali, grazie alle collaborazioni che si vengono a instaurare tra alte professionalità provenienti da diversi settori, così germogliano e fioriscono in maniera del tutto spontanea i collettivi che hanno le dinamiche e l’atteggiamento delle botteghe rinascimentali.
L’idea del “ponte”, quale veicolo di comunicazione tra sentimenti ed emozioni, è stata recentemente realizzata da Mark Nixon, dello studio di Londra Neon, che ne ha modificato uno ad Aarhus, in Danimarca, in strumento musicale, appendendovi nella parte inferiore dei tubi di alluminio anodizzato, che si muovono al vento e al tocco delle mani dei passanti, producendo suoni. Si potrebbe qualificare come “Ponte Orchestra” vibrante, grazie all’intervento degli uomini e della natura che gli donano la sua profonda, imprevedibile e inesplorata voce.
Lorenzo Quinn era presente presso l’Arsenale di Venezia, in occasione della Biennale d’Arte 2019, con la sua installazione “Building Bridges”: questa consisteva in sei coppie di mani che, intrecciandosi, formavano un ponte ideale con lo scopo di unire gli argini, congiungendo e coniugando diversità culturali e di pensiero.
L’astronave di EvaKillerDog ben rappresenta il punto di contatto tra cielo e terra, tra il nostro mondo che decade ogni giorno a causa dell’inquinamento e dei danni climatici irrimediabili e i marziani che, forse, arriveranno in nostro soccorso, quando comprenderanno che ormai saremo giunti all’estremo delle nostre forze e saremo totalmente privi di risorse. L’astronave vuole essere perfino metafora del nostro cervello con le sue cavità e con i suoi molteplici ingranaggi dei quali abbiamo perso alcuni fili che sono andati bruciati, in definitiva l’artista osa sussurrarci che noi tutti dovremmo rimettere in moto i nostri dischi volanti, dopo averli riparati, per recuperare quota nel volo e conseguire, dalle vertiginose altezze, una visione più aperta del nostro universo, abbattendo le barriere tra razze e culture. L’astronave riapre la “Finestra Azzurra” sull’infinito del nostro cuore e della nostra mente, per il tramite del prodigio della tecnologia digitale che permette al velivolo di comparire in 3D nella nostra dimensione. A Gozo la medesima astronave potrebbe ancora evolvere in una proiezione olografa visibile solo da uno specifico punto della riva antistante. In qualità di critico d’arte e Curatore sono stato invitato sulla navicella a far parte dell’equipaggio, sempre più spesso non vedo l’ora di mettere piede nuovamente sulla mia amata Terra, a volte è monotono girovagare nello spazio, anche se i miei compagni non sono affatto noiosi. Ed ora trasmissione chiusa dallo spazio infinito e come direbbe Spock del famoso Star Trek: la nostra “missione è quella di esplorare strani nuovi mondi alla ricerca di nuove forme di vita e di nuove civiltà per arrivare coraggiosamente là dove nessuno è mai giunto prima!”.

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Chief Curator
Giuseppe Ussani d’Escobar

Una astronave si è andata a collocare nel punto esatto dove è crollato l’arco della “Finestra Azzurra”a Malta. Gli alieni hanno deciso di ristabilire il contatto tra i pilastri, avendo percepito, dall’alto del loro orbitare, il dolore e il disappunto degli abitanti di Gozo e dei turisti per tale grave perdita. L’uomo da sempre si è impegnato a costruire ponti tra Culture e Civiltà; creatura sociale non esprime la vocazione all’isolamento. Dalla situazione puramente geografica del ponte che collega le rive di un fiume o le rive del mare e che quindi consente di percorrere interi territori, nel caso contrario difficilmente accessibili e superabili, si passa con disinvoltura al “ponte” che si edifica tra singoli individui, comunità e civiltà per il tramite del dialogo.
La “Finestra Azzurra” di Malta era metafora del ponte spirituale e concreto che mette in contatto e sublima l’immaginario di uomini che vivono in realtà diverse e lontanissime: questo è potuto accadere per il successo diffuso e popolare che ha da sempre riscosso la visione di questo arco naturale, voluto da Dio per la delizia dello sguardo attento e sognante della specie umana, grazie alla sua apparizione televisiva nella serie “Il Trono di Spade” e nel film “Scontro di titani” del 1981, ma ancora di più per le promozioni turistiche relative alla bella isola.
La stessa definizione attribuita all’arco di “Finestra Azzurra” evoca ovviamente la distesa del mare, ma simultaneamente, l’apertura verso il cielo e di conseguenza ispira il viaggio della fantasia nel cosmo. La navicella, con il suo equipaggio di artisti e artigiani, deve essersi, possibilmente, sincronizzata su un canale spaziale che trasmetteva il tragico avvenimento relativo alla scomparsa del miracoloso arco “acheropito” (ovvero “non realizzato da mano umana”). Così, il team di volenterosi e creativi è partito da un misterioso pianeta per raggiungere la nostra Terra e l’isola, dove hanno deliberato di atterrare e di trasformarsi in installazione permanente, sostituendo la parte sospesa, precipitata a causa della continua erosione delle acque e del vento.
Si dava vita a un onirico progetto di Land Art che EvaKillerDog concepiva e i suoi compagni di viaggio, Gianluca Perciballi 3D ed Enrico Ciccolini 3D Printer, condividevano con passione e dedizione nel materializzarlo. L’arte sempre di più, oggi, assume forme e finalità innovative originali, grazie alle collaborazioni che si vengono a instaurare tra alte professionalità provenienti da diversi settori, così germogliano e fioriscono in maniera del tutto spontanea i collettivi che hanno le dinamiche e l’atteggiamento delle botteghe rinascimentali.
L’idea del “ponte”, quale veicolo di comunicazione tra sentimenti ed emozioni, è stata recentemente realizzata da Mark Nixon, dello studio di Londra Neon, che ne ha modificato uno ad Aarhus, in Danimarca, in strumento musicale, appendendovi nella parte inferiore dei tubi di alluminio anodizzato, che si muovono al vento e al tocco delle mani dei passanti, producendo suoni. Si potrebbe qualificare come “Ponte Orchestra” vibrante, grazie all’intervento degli uomini e della natura che gli donano la sua profonda, imprevedibile e inesplorata voce.
Lorenzo Quinn era presente presso l’Arsenale di Venezia, in occasione della Biennale d’Arte 2019, con la sua installazione “Building Bridges”: questa consisteva in sei coppie di mani che, intrecciandosi, formavano un ponte ideale con lo scopo di unire gli argini, congiungendo e coniugando diversità culturali e di pensiero.
L’astronave di EvaKillerDog ben rappresenta il punto di contatto tra cielo e terra, tra il nostro mondo che decade ogni giorno a causa dell’inquinamento e dei danni climatici irrimediabili e i marziani che, forse, arriveranno in nostro soccorso, quando comprenderanno che ormai saremo giunti all’estremo delle nostre forze e saremo totalmente privi di risorse. L’astronave vuole essere perfino metafora del nostro cervello con le sue cavità e con i suoi molteplici ingranaggi dei quali abbiamo perso alcuni fili che sono andati bruciati, in definitiva l’artista osa sussurrarci che noi tutti dovremmo rimettere in moto i nostri dischi volanti, dopo averli riparati, per recuperare quota nel volo e conseguire, dalle vertiginose altezze, una visione più aperta del nostro universo, abbattendo le barriere tra razze e culture. L’astronave riapre la “Finestra Azzurra” sull’infinito del nostro cuore e della nostra mente, per il tramite del prodigio della tecnologia digitale che permette al velivolo di comparire in 3D nella nostra dimensione. A Gozo la medesima astronave potrebbe ancora evolvere in una proiezione olografa visibile solo da uno specifico punto della riva antistante. In qualità di critico d’arte e Curatore sono stato invitato sulla navicella a far parte dell’equipaggio, sempre più spesso non vedo l’ora di mettere piede nuovamente sulla mia amata Terra, a volte è monotono girovagare nello spazio, anche se i miei compagni non sono affatto noiosi. Ed ora trasmissione chiusa dallo spazio infinito e come direbbe Spock del famoso Star Trek: la nostra “missione è quella di esplorare strani nuovi mondi alla ricerca di nuove forme di vita e di nuove civiltà per arrivare coraggiosamente là dove nessuno è mai giunto prima!”.

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Giuseppe Ussani d’Escobar

Una astronave si è andata a collocare nel punto esatto dove è crollato l’arco della “Finestra Azzurra”a Malta. Gli alieni hanno deciso di ristabilire il contatto tra i pilastri, avendo percepito, dall’alto del loro orbitare, il dolore e il disappunto degli abitanti di Gozo e dei turisti per tale grave perdita. L’uomo da sempre si è impegnato a costruire ponti tra Culture e Civiltà; creatura sociale non esprime la vocazione all’isolamento. Dalla situazione puramente geografica del ponte che collega le rive di un fiume o le rive del mare e che quindi consente di percorrere interi territori, nel caso contrario difficilmente accessibili e superabili, si passa con disinvoltura al “ponte” che si edifica tra singoli individui, comunità e civiltà per il tramite del dialogo.
La “Finestra Azzurra” di Malta era metafora del ponte spirituale e concreto che mette in contatto e sublima l’immaginario di uomini che vivono in realtà diverse e lontanissime: questo è potuto accadere per il successo diffuso e popolare che ha da sempre riscosso la visione di questo arco naturale, voluto da Dio per la delizia dello sguardo attento e sognante della specie umana, grazie alla sua apparizione televisiva nella serie “Il Trono di Spade” e nel film “Scontro di titani” del 1981, ma ancora di più per le promozioni turistiche relative alla bella isola.
La stessa definizione attribuita all’arco di “Finestra Azzurra” evoca ovviamente la distesa del mare, ma simultaneamente, l’apertura verso il cielo e di conseguenza ispira il viaggio della fantasia nel cosmo. La navicella, con il suo equipaggio di artisti e artigiani, deve essersi, possibilmente, sincronizzata su un canale spaziale che trasmetteva il tragico avvenimento relativo alla scomparsa del miracoloso arco “acheropito” (ovvero “non realizzato da mano umana”). Così, il team di volenterosi e creativi è partito da un misterioso pianeta per raggiungere la nostra Terra e l’isola, dove hanno deliberato di atterrare e di trasformarsi in installazione permanente, sostituendo la parte sospesa, precipitata a causa della continua erosione delle acque e del vento.
Si dava vita a un onirico progetto di Land Art che EvaKillerDog concepiva e i suoi compagni di viaggio, Gianluca Perciballi 3D ed Enrico Ciccolini 3D Printer, condividevano con passione e dedizione nel materializzarlo. L’arte sempre di più, oggi, assume forme e finalità innovative originali, grazie alle collaborazioni che si vengono a instaurare tra alte professionalità provenienti da diversi settori, così germogliano e fioriscono in maniera del tutto spontanea i collettivi che hanno le dinamiche e l’atteggiamento delle botteghe rinascimentali.
L’idea del “ponte”, quale veicolo di comunicazione tra sentimenti ed emozioni, è stata recentemente realizzata da Mark Nixon, dello studio di Londra Neon, che ne ha modificato uno ad Aarhus, in Danimarca, in strumento musicale, appendendovi nella parte inferiore dei tubi di alluminio anodizzato, che si muovono al vento e al tocco delle mani dei passanti, producendo suoni. Si potrebbe qualificare come “Ponte Orchestra” vibrante, grazie all’intervento degli uomini e della natura che gli donano la sua profonda, imprevedibile e inesplorata voce.
Lorenzo Quinn era presente presso l’Arsenale di Venezia, in occasione della Biennale d’Arte 2019, con la sua installazione “Building Bridges”: questa consisteva in sei coppie di mani che, intrecciandosi, formavano un ponte ideale con lo scopo di unire gli argini, congiungendo e coniugando diversità culturali e di pensiero.
L’astronave di EvaKillerDog ben rappresenta il punto di contatto tra cielo e terra, tra il nostro mondo che decade ogni giorno a causa dell’inquinamento e dei danni climatici irrimediabili e i marziani che, forse, arriveranno in nostro soccorso, quando comprenderanno che ormai saremo giunti all’estremo delle nostre forze e saremo totalmente privi di risorse. L’astronave vuole essere perfino metafora del nostro cervello con le sue cavità e con i suoi molteplici ingranaggi dei quali abbiamo perso alcuni fili che sono andati bruciati, in definitiva l’artista osa sussurrarci che noi tutti dovremmo rimettere in moto i nostri dischi volanti, dopo averli riparati, per recuperare quota nel volo e conseguire, dalle vertiginose altezze, una visione più aperta del nostro universo, abbattendo le barriere tra razze e culture. L’astronave riapre la “Finestra Azzurra” sull’infinito del nostro cuore e della nostra mente, per il tramite del prodigio della tecnologia digitale che permette al velivolo di comparire in 3D nella nostra dimensione. A Gozo la medesima astronave potrebbe ancora evolvere in una proiezione olografa visibile solo da uno specifico punto della riva antistante. In qualità di critico d’arte e Curatore sono stato invitato sulla navicella a far parte dell’equipaggio, sempre più spesso non vedo l’ora di mettere piede nuovamente sulla mia amata Terra, a volte è monotono girovagare nello spazio, anche se i miei compagni non sono affatto noiosi. Ed ora trasmissione chiusa dallo spazio infinito e come direbbe Spock del famoso Star Trek: la nostra “missione è quella di esplorare strani nuovi mondi alla ricerca di nuove forme di vita e di nuove civiltà per arrivare coraggiosamente là dove nessuno è mai giunto prima!”.

Starship’s Crew at the Malta’s window
Chief Curator
Giuseppe Ussani d’Escobar

Una astronave si è andata a collocare nel punto esatto dove è crollato l’arco della “Finestra Azzurra”a Malta. Gli alieni hanno deciso di ristabilire il contatto tra i pilastri, avendo percepito, dall’alto del loro orbitare, il dolore e il disappunto degli abitanti di Gozo e dei turisti per tale grave perdita. L’uomo da sempre si è impegnato a costruire ponti tra Culture e Civiltà; creatura sociale non esprime la vocazione all’isolamento. Dalla situazione puramente geografica del ponte che collega le rive di un fiume o le rive del mare e che quindi consente di percorrere interi territori, nel caso contrario difficilmente accessibili e superabili, si passa con disinvoltura al “ponte” che si edifica tra singoli individui, comunità e civiltà per il tramite del dialogo.
La “Finestra Azzurra” di Malta era metafora del ponte spirituale e concreto che mette in contatto e sublima l’immaginario di uomini che vivono in realtà diverse e lontanissime: questo è potuto accadere per il successo diffuso e popolare che ha da sempre riscosso la visione di questo arco naturale, voluto da Dio per la delizia dello sguardo attento e sognante della specie umana, grazie alla sua apparizione televisiva nella serie “Il Trono di Spade” e nel film “Scontro di titani” del 1981, ma ancora di più per le promozioni turistiche relative alla bella isola.
La stessa definizione attribuita all’arco di “Finestra Azzurra” evoca ovviamente la distesa del mare, ma simultaneamente, l’apertura verso il cielo e di conseguenza ispira il viaggio della fantasia nel cosmo. La navicella, con il suo equipaggio di artisti e artigiani, deve essersi, possibilmente, sincronizzata su un canale spaziale che trasmetteva il tragico avvenimento relativo alla scomparsa del miracoloso arco “acheropito” (ovvero “non realizzato da mano umana”). Così, il team di volenterosi e creativi è partito da un misterioso pianeta per raggiungere la nostra Terra e l’isola, dove hanno deliberato di atterrare e di trasformarsi in installazione permanente, sostituendo la parte sospesa, precipitata a causa della continua erosione delle acque e del vento.
Si dava vita a un onirico progetto di Land Art che EvaKillerDog concepiva e i suoi compagni di viaggio, Gianluca Perciballi 3D ed Enrico Ciccolini 3D Printer, condividevano con passione e dedizione nel materializzarlo. L’arte sempre di più, oggi, assume forme e finalità innovative originali, grazie alle collaborazioni che si vengono a instaurare tra alte professionalità provenienti da diversi settori, così germogliano e fioriscono in maniera del tutto spontanea i collettivi che hanno le dinamiche e l’atteggiamento delle botteghe rinascimentali.
L’idea del “ponte”, quale veicolo di comunicazione tra sentimenti ed emozioni, è stata recentemente realizzata da Mark Nixon, dello studio di Londra Neon, che ne ha modificato uno ad Aarhus, in Danimarca, in strumento musicale, appendendovi nella parte inferiore dei tubi di alluminio anodizzato, che si muovono al vento e al tocco delle mani dei passanti, producendo suoni. Si potrebbe qualificare come “Ponte Orchestra” vibrante, grazie all’intervento degli uomini e della natura che gli donano la sua profonda, imprevedibile e inesplorata voce.
Lorenzo Quinn era presente presso l’Arsenale di Venezia, in occasione della Biennale d’Arte 2019, con la sua installazione “Building Bridges”: questa consisteva in sei coppie di mani che, intrecciandosi, formavano un ponte ideale con lo scopo di unire gli argini, congiungendo e coniugando diversità culturali e di pensiero.
L’astronave di EvaKillerDog ben rappresenta il punto di contatto tra cielo e terra, tra il nostro mondo che decade ogni giorno a causa dell’inquinamento e dei danni climatici irrimediabili e i marziani che, forse, arriveranno in nostro soccorso, quando comprenderanno che ormai saremo giunti all’estremo delle nostre forze e saremo totalmente privi di risorse. L’astronave vuole essere perfino metafora del nostro cervello con le sue cavità e con i suoi molteplici ingranaggi dei quali abbiamo perso alcuni fili che sono andati bruciati, in definitiva l’artista osa sussurrarci che noi tutti dovremmo rimettere in moto i nostri dischi volanti, dopo averli riparati, per recuperare quota nel volo e conseguire, dalle vertiginose altezze, una visione più aperta del nostro universo, abbattendo le barriere tra razze e culture. L’astronave riapre la “Finestra Azzurra” sull’infinito del nostro cuore e della nostra mente, per il tramite del prodigio della tecnologia digitale che permette al velivolo di comparire in 3D nella nostra dimensione. A Gozo la medesima astronave potrebbe ancora evolvere in una proiezione olografa visibile solo da uno specifico punto della riva antistante. In qualità di critico d’arte e Curatore sono stato invitato sulla navicella a far parte dell’equipaggio, sempre più spesso non vedo l’ora di mettere piede nuovamente sulla mia amata Terra, a volte è monotono girovagare nello spazio, anche se i miei compagni non sono affatto noiosi. Ed ora trasmissione chiusa dallo spazio infinito e come direbbe Spock del famoso Star Trek: la nostra “missione è quella di esplorare strani nuovi mondi alla ricerca di nuove forme di vita e di nuove civiltà per arrivare coraggiosamente là dove nessuno è mai giunto prima!”.

Starship’s Crew at the Malta’s window
Chief Curator
Giuseppe Ussani d’Escobar

Una astronave si è andata a collocare nel punto esatto dove è crollato l’arco della “Finestra Azzurra”a Malta. Gli alieni hanno deciso di ristabilire il contatto tra i pilastri, avendo percepito, dall’alto del loro orbitare, il dolore e il disappunto degli abitanti di Gozo e dei turisti per tale grave perdita. L’uomo da sempre si è impegnato a costruire ponti tra Culture e Civiltà; creatura sociale non esprime la vocazione all’isolamento. Dalla situazione puramente geografica del ponte che collega le rive di un fiume o le rive del mare e che quindi consente di percorrere interi territori, nel caso contrario difficilmente accessibili e superabili, si passa con disinvoltura al “ponte” che si edifica tra singoli individui, comunità e civiltà per il tramite del dialogo.
La “Finestra Azzurra” di Malta era metafora del ponte spirituale e concreto che mette in contatto e sublima l’immaginario di uomini che vivono in realtà diverse e lontanissime: questo è potuto accadere per il successo diffuso e popolare che ha da sempre riscosso la visione di questo arco naturale, voluto da Dio per la delizia dello sguardo attento e sognante della specie umana, grazie alla sua apparizione televisiva nella serie “Il Trono di Spade” e nel film “Scontro di titani” del 1981, ma ancora di più per le promozioni turistiche relative alla bella isola.
La stessa definizione attribuita all’arco di “Finestra Azzurra” evoca ovviamente la distesa del mare, ma simultaneamente, l’apertura verso il cielo e di conseguenza ispira il viaggio della fantasia nel cosmo. La navicella, con il suo equipaggio di artisti e artigiani, deve essersi, possibilmente, sincronizzata su un canale spaziale che trasmetteva il tragico avvenimento relativo alla scomparsa del miracoloso arco “acheropito” (ovvero “non realizzato da mano umana”). Così, il team di volenterosi e creativi è partito da un misterioso pianeta per raggiungere la nostra Terra e l’isola, dove hanno deliberato di atterrare e di trasformarsi in installazione permanente, sostituendo la parte sospesa, precipitata a causa della continua erosione delle acque e del vento.
Si dava vita a un onirico progetto di Land Art che EvaKillerDog concepiva e i suoi compagni di viaggio, Gianluca Perciballi 3D ed Enrico Ciccolini 3D Printer, condividevano con passione e dedizione nel materializzarlo. L’arte sempre di più, oggi, assume forme e finalità innovative originali, grazie alle collaborazioni che si vengono a instaurare tra alte professionalità provenienti da diversi settori, così germogliano e fioriscono in maniera del tutto spontanea i collettivi che hanno le dinamiche e l’atteggiamento delle botteghe rinascimentali.
L’idea del “ponte”, quale veicolo di comunicazione tra sentimenti ed emozioni, è stata recentemente realizzata da Mark Nixon, dello studio di Londra Neon, che ne ha modificato uno ad Aarhus, in Danimarca, in strumento musicale, appendendovi nella parte inferiore dei tubi di alluminio anodizzato, che si muovono al vento e al tocco delle mani dei passanti, producendo suoni. Si potrebbe qualificare come “Ponte Orchestra” vibrante, grazie all’intervento degli uomini e della natura che gli donano la sua profonda, imprevedibile e inesplorata voce.
Lorenzo Quinn era presente presso l’Arsenale di Venezia, in occasione della Biennale d’Arte 2019, con la sua installazione “Building Bridges”: questa consisteva in sei coppie di mani che, intrecciandosi, formavano un ponte ideale con lo scopo di unire gli argini, congiungendo e coniugando diversità culturali e di pensiero.
L’astronave di EvaKillerDog ben rappresenta il punto di contatto tra cielo e terra, tra il nostro mondo che decade ogni giorno a causa dell’inquinamento e dei danni climatici irrimediabili e i marziani che, forse, arriveranno in nostro soccorso, quando comprenderanno che ormai saremo giunti all’estremo delle nostre forze e saremo totalmente privi di risorse. L’astronave vuole essere perfino metafora del nostro cervello con le sue cavità e con i suoi molteplici ingranaggi dei quali abbiamo perso alcuni fili che sono andati bruciati, in definitiva l’artista osa sussurrarci che noi tutti dovremmo rimettere in moto i nostri dischi volanti, dopo averli riparati, per recuperare quota nel volo e conseguire, dalle vertiginose altezze, una visione più aperta del nostro universo, abbattendo le barriere tra razze e culture. L’astronave riapre la “Finestra Azzurra” sull’infinito del nostro cuore e della nostra mente, per il tramite del prodigio della tecnologia digitale che permette al velivolo di comparire in 3D nella nostra dimensione. A Gozo la medesima astronave potrebbe ancora evolvere in una proiezione olografa visibile solo da uno specifico punto della riva antistante. In qualità di critico d’arte e Curatore sono stato invitato sulla navicella a far parte dell’equipaggio, sempre più spesso non vedo l’ora di mettere piede nuovamente sulla mia amata Terra, a volte è monotono girovagare nello spazio, anche se i miei compagni non sono affatto noiosi. Ed ora trasmissione chiusa dallo spazio infinito e come direbbe Spock del famoso Star Trek: la nostra “missione è quella di esplorare strani nuovi mondi alla ricerca di nuove forme di vita e di nuove civiltà per arrivare coraggiosamente là dove nessuno è mai giunto prima!”.