Gabriele Mauro, Turista per sempre

Carlo Gallerati è lieto di presentare Turista per sempre, una mostra personale d


“Gabriele Mauro è un artista che ama osservare il nostro habitat per rifletterlo e raccontarlo usando immagini molto diffuse nel panorama visuale che abitiamo.

In questo lavoro site specific, fatto di disegni a grafite su parete, ingigantisce alcuni dei simboli presi dai gratta e vinci più popolari e li trasforma in grandi decorazioni parietali.

Il fuoco, il diamante e la sedia sdraio sono scelti tra le tante cose che nel gioco rappresentano la realizzazione di un desiderio. Un desiderio concreto, come vivere di rendita, che è la versione postpolitica della liberazione dal lavoro. E’ il suo controcanto disperato perchè non conosce prassi se non quella accidentale della Fortuna. Difficile dire se in questa dimensione si faccia sentrire una saggezza primordiale, forse più tragica e profonda delle retoriche morali e civili dell’impegno. Questi luoghi-simbolo essenziali, comunque, raccontano l’insufficienza del progetto dalla meta lontana e perennemente rinviata e formano un’abitazione simile ad una cellula base, da cui partono sogni improbabili anche se non propriamente impossibili.

Non è certo la Fortuna della tradizione umanistica ad essere richiamata: quell’iconografia di una fanciulla su una sfera instabile, come il caso appunto, con un grande ciuffo di capelli sulla fronte (perché la fortuna bisogna saperla prendere al volo mentre ti passa davanti) era l’elogio della Virtù capace di afferrare la Fortuna. Virtù e Fortuna, coppia machiavellica alla base delle doti politiche del Principe. Il riferimento al gioco contemporaneo, invece, richiama più la logica imprevedibile di Guicciardini e quindi l’impossibilità di una regola generale sostituita da un’intuizione e quindi un governo particolari. Sembra un richiamo alla prassi delle arti, la cui duttilità è capace di forme inedite, di sfumature e di paradossi, di casualità significanti, di processi attivati per effetto di accostamenti imprevisti, duttilità che la scienza del Politico, non potendola contenere, esclude: viceversa, il regime dell’Estetico è l’eccezione.

Non è quindi il pauperismo essenzialista, nè la riduzione minimalista dei segni, non è, in altre parole, la scelta normativa di un linguaggio o di uno stile, ma l’eccesso dell’immaginazione e del desiderio, la voglia eversiva di consumo, che abitano la grigia stanza appena segnata da ombre. Questa ricostruzione è il luogo del sogno ad occhi aperti dell’etica romantica e dello spirito del consumismo moderno, il luogo cioè di “un desiderio struggente e di un’insoddisfazione vaga e perenne”: quale altra definizione, meglio di questa di Colin Campbell, potrebbe rendere l’intimità di una casa con i suoi affetti? 

Campbell aveva accostato il consumo e il sogno in quanto pratiche eversive dello stato delle cose. Alla base del consumo, infatti, c’è un’attitudine più edonistica che utilitaristica che è lo scheletro dell’abitare, che è il senso profondo del design, ciò che unisce visceralmente immagine ed immaginazione e forse sogno e disegno se fosse possibile rintracciare una radice semantica alla base della complessità sorgiva del progetto stesso. 

Questi disegni sono, allora, piuttosto radiografie che svelano l’ossatura dell’abitare, la fragilità delle pareti che insieme aprono e chiudono le via di fuga. La casa è il luogo di Hestia ed Hermes. Il focolare e l’angelo, lo stare e il movimento, il patrimonio e gli affari. La dimora non è un semplice rifugio (Hestia) bensì il luogo dove cova il desiderio infinito di evasione (Hermes). Sentimenti sempre contraddittori. La necessità del gioco e dell’azzardo si basano su questo: saltare l’assurdo della storia e per effetto di un’acrobazia del Caso entrare nella dimensioone liberata del “per sempre”.

Gabriele, infatti, ha dedicato un’intera parete ad una stampa digitale che contiene il titolo della mostra ed assomiglia, dopo i suoi ritocchi grafici, all’epitaffio di una lapide. “Turista per sempre” fa battere l’accento sull’avverbio “sempre” e quindi sul desiderio estremo di liberazione che diventa struggente nel paradosso della visione, rivelazione effimera come la grafite su muro dei suoi disegni. 

Fa venire in mente la scena finale del film di Martin Scorsese Carlito’s Way, quando il protagonista Carlito (Al Pacino), in punto di morte dopo un conflitto a fuoco, evoca gli affetti di una vita sulle note di Joe Cocker, You are so beautiful, e intanto vede animarsi palme e persone su una spiaggia esotica di un manifesto - ovviamente - pubblicitario dove è scritto in grande: Escape to Paradise.” (Franco Speroni)

 

Gabriele Mauro è nato nel 1991 a Lecce, vive e lavora a Lecce e a Firenze. Laureato in Arti Visive e Nuovi Linguaggi Espressivi presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. La sua ricerca artistica si basa sull'indagine dei vari modi di essere contemporanei e sul loro senso; ne deriva un atteggiamento da sociologo che indaga il rapporto tra arte e società, soffermandosi specialmente sulla ricezione dell’arte contemporanea. Nel 2016 è tra i vincitori del concorso Giardini d’Arte di Via Caravaggio, a Pescara, realizzato dalla Carlo Maresca SpA con il patrocinio delle Accademie di Belle Arti di Brera e di Firenze; nello stesso anno è uno dei dieci artisti emergenti under 35 toscani, e partecipa alla mostra Guardare il mondo di oggi e immaginare quello di domani, organizzata dal Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato nell’ambito del progetto TU35 (progetto in cui si vuole dare seguito alla prima mappatura regionale in Toscana effettuata nel 2015 attraverso undici appuntamenti espositivi, suddivisi per ciascuna delle dieci province toscane). Nel 2015 viene invitato alla ricognizione su Firenze #1 Così ti ha fatto Dio e così ti devo tenere, titolo della mostra che prende nome da una delle opere da lui presentate. Nello stesso anno espone la sua prima mostra personale a Lecce, a cura di Marinilde Giannandrea, nella rassegna di arti visive Senso Plurimo 6; partecipa inoltre alla collettiva d’arte Abre Alas 11, a Rio de Janiero, nella galleria  d’arte A Gentil Carioca di Márcio Botner, Ernesto Neto e Laura Lima.

 

Gabriele Mauro

Turista per sempre

 

A cura di Franco Speroni

Galleria Gallerati (Via Apuania, 55 – Roma)

Inaugurazione: giovedì 7 dicembre 2017, ore 19.00-22.00

 

 

Fino a venerdì 16 febbraio 2018 (ingresso libero)

 

Orario: dal lunedì al venerdì: ore 17.00-19.00 

sabato, domenica e fuori orario: su appuntamento

 

Giorni di chiusura eccezionale della galleria: 

da lunedì 8 a domenica 14 gennaio 2018

 

Ufficio stampa: Galleria Gallerati

Informazioni: info@galleriagallerati.it, www.galleriagallerati.it

 

 

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