Le opere di Michele Spina mettono costantemente in dialogo pittura e scultura: un binomio che attraversa ogni installazione e ne definisce l’essenza.
Il suo lavoro si sviluppa per cicli: ogni ricerca si compie, lascia sedimentare un linguaggio e si trasforma, per poi rinascere in un progetto nuovo, spesso in netto contrasto con quello precedente. Nei suoi percorsi creativi, temi simbolici e universali si alternano a visioni più leggere e talvolta giocose, sempre guidati dall’intento di coinvolgere lo spettatore attraverso immagini dirette, familiari e immediate.
Durante il periodo di isolamento della pandemia prende forma la serie Dolphins: figure che evocano purezza e innocenza, ma anche saggezza e prudenza. In un vortice ironico e giocoso, i delfini danzano e diventano metafora di una natura che si riappropria dei propri spazi.
La serie pittorica Foglie di Limone si intreccia con Delfini attraverso il movimento: le due ricerche si richiamano e si fondono, dissolvendo progressivamente i confini tra bidimensionale e tridimensionale. È in questo passaggio che il gesto pittorico si fa volume e la materia scultorea trattiene la vibrazione del colore.
Cinque sculture in ferro e lana accompagnano i delfini fuori dal piano bidimensionale della tela, in un gioco di luci e ombre, di pieni e di vuoti.
Lo spettatore è così invitato a entrare in uno spazio poetico e ironico, in cui pittura e scultura non si contrappongono, ma respirano insieme come parti di un’unica danza.
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