A cura di Marco De Giuli
Per gli aborigeni australiani il Tempo del Sogno è il tempo della creazione, un tempo in cui gli Antenati hanno creato il mondo con il canto.
La rappresentazione dei sogni nell’arte ha visto contributi di moltissimi autori, da Giotto a Raffaello, da Goya a Blake, da Picasso a Chagall, ma l’opera che forse più compiutamente rappresenta il labile confine tra il mondo onirico e quello reale è il quadro di Salvador Dalì: Sogno causato dal volo di un’ape attorno a una melagrana un secondo prima del risveglio.
Anche il cinema evoca il sogno, con le immagini che si alternano attraverso dinamiche che spesso richiamano la fase onirica: basti pensare a Sogni di Akira Kurosawa.
Secondo il neurobiologo Jean-Pol Tassin i sogni sarebbero simili a un fumetto: poche vignette, poche istantanee in grado di evocare una storia che il nostro cervello ricostruisce nella sua interezza.
Basti pensare a Dream of the Rarebit Fiend (1904) e a Little Nemo in Slumberland (1905) di Winsor McCay.
Gli autori di INTERIORS, una rivista autoprodotta di fumetti e illustrazioni, sono stati particolarmente affascinati dal tema Sogni e hanno accettato di reinterpretarlo in una mostra, tornando a mettere pulsioni, desideri, incubi al centro delle loro visioni, tornando a sognare ad occhi aperti, liberando la fantasia.
Un augurio comune in questi tempi difficili: sogni d’oro!