Nei giorni di Rome Art Week parallelamente all’esposizione “Due ma non Due” di Cinzia Colombo e Margherita Taticchi verrà presentata, nell’adiacente studio di Via Vulci 32, la documentazione fotografica e cartacea delle 12 installazioni che si sono susseguite da settembre 2020 a ottobre 2021 presso la vetrina di MESIA SPACE, spazio che per la sua particolare configurazione è potuto restare aperto a Roma anche nei giorni di “zona rossa” e “arancione” degli scorsi mesi, spesso con la presenza degli artisti a lavoro.
Cinzia Colombo “Un albero vivo per uno morto” - settembre 2020 / Ysabel Dehais “Undertow” - ottobre 2020 / Salvatore Cammilleri “Connessioni/Sconnessioni” - novembre 2020 / Carla Sacco “Confessioni Silenziose” - dicembre 2020 / Silvia Stucky “Come l’acqua che scorre” -gennaio 2021 / Benedetta Galli “Attraversando Porta Nigra 2021” - febbraio 2021/ Franca Bernardi “D’un rosso acceso il mondo vorrei” - marzo 2021/ Jacopo Benci “Rizomi”- aprile 2021 / Danilo Fiorucci “LALTROVEDAME” - maggio 2021/ Maurizio Gualdi “Il Cratere” - giugno 2021 / Louise Roeters “Parto…” - settembre 2021/ Margherita Taticchi e Cinzia Colombo “Due ma non Due” - ottobre 2021 / Mauro Bagella e Lisa Monna - novembre 2021
L’idea di bosco può cogliere il multiforme insieme di punti vista espressi dai vari interventi, il loro interagire ed influenzarsi reciprocamente. Gli alberi e le piante nella loro apparente immobilità e isolamento sono pienamente interconnesse al territorio e a tutto l’ambiente nel senso più ampio, la vita degli animali sulla terra dipende di fatto dal loro apporto in termini di aria, acqua e cibo. Nel bosco, con l’aiuto di funghi e licheni, gli alberi sono collegati l’un l’altro in modalità molto sofisticate attraverso una rete orizzontale di apparati radicali che gli permettono di scambiare informazioni vitali e di cooperare, inglobando – paradossalmente - in questo network utile alla sopravvivenza anche elementi, come i tronchi secchi, tecnicamente morti. Il bosco come organismo complesso può oggi essere considerato non solo metafora dell’altrove ma anche essere ispirazione per vivere l’appartenenza al proprio contesto di vita con modalità che consentano di immaginare ancora un futuro per l’umanità, dove la cooperazione, la solidarietà e la sostenibilità siano in primo piano.