INARRESTABILI LATITUDINI NELL’ERA DELL’ANTROPOCENE.

Identificazioni Riproposizioni Interrogazioni


 

LA MOSTRA

INARRESTABILI LATITUDINI NELL’ERA DELL’ANTROPOCENE

Identificazioni Riproposizioni Interrogazioni

 

A cura di Greta Alberta TIRLONI

 

 

RIONE PLACIDO

STUDIO DI FABIO & CREATIVE STUDIO DFB

 

Si presentano, anche nelle latitudini di Roma, le esperienze avanzate degli spazi collettivi e dei laboratori officine di arte contemporanea, davvero factories di creatività, produzione ed esibizione, che interagiscono con il territorio e mostrano l'evoluzione dell'era presente.

Rome Art Week 2023, una nuova edizione ancora: iniziativa importante e interattiva nel sistema romano dell'arte contemporanea, una rete per l’arte contemporanea, con numero ed elevata qualità ed originalità di protagonisti ed eventi, tra i quali si evidenziano importanti gli open studio e gli spazi collettivi.

Iniziativa dunque, dopo diversi anni, nota e consolidata, affermata e di successo, quasi istituzionalizzata, in cui si rinnova e si estende la partecipazione di artisti, sia quelli già presenti in edizioni passate, sia nuovi: assumono ruolo di rilievo negli anni gli eventi che mostrano e fanno conoscere artisti con esperienze di creatività “associata”, innanzitutto condivisione di spazi se non di studio e ricerca.

Si ottiene così anche una mappatura dell’arte contemporanea a Roma, una sua geografia, conosciuta ed emergente, con artisti conosciuti, affermati e nuovi, con la loro emersione e la scoperta della loro diffusione in tutta la città: altresì rilevando uno spostamento di artisti nella città stessa, inizialmente anche per ragioni di studio, e poi il rimanere per il lavoro, anche appunto con il loro unirsi in studi, collettivi, spazi e strutture condivise ed innovative.

Anche in Italia e a Roma, soprattutto tra i più giovani artisti, si diffonde sempre più il fenomeno delle residenze d’artista e dei laboratorio factory comuni: esperienza innovativa di produzione di confronto e di relazioni. Per i più giovani artisti, lavorare in stretta relazione reciproca diviene un elemento importante, accanto alla forma e tecnica dell’opera, quasi una parte costituente del lavoro. Il tutto stimolando l’artista a confrontarsi ed entrare nel merito, dal punto di vista della sensibilità artistica ed estetica, delle problematiche sociali, etiche, ecologiche, tecnologiche, con il divenire l’arte anche elemento rappresentativo ed interpretativo della realtà e del cambiamento sociale.

Gli artisti italiani sono certo anche influenzati dal contesto rappresentato dalla storia artistica e culturale della nazione, che si manifesta in qualsiasi espressione artistica, e ciò vale soprattutto a Roma che rappresenta, dall'antichità, un centro rilevante per l'arte. Una specie di “made in Italy” e “made in Rome” che caratterizza la creatività del nostro Paese e della Capitale, a determinare, nelle varie modalità espressive praticate, una sensibilità, una estetica date dalla storia dell’arte del nostro Paese e della città, nonché dalla sua storia sociale.

Si evidenzia insomma una capitale centro importante dell’arte e anche dell'arte moderna. Come nel '900, fino agli anni ‘60 e ‘70 e ‘80. Grandi artisti e scuole, da V. Cavour a De Chirico e Forma1, alla Pop art  e la scuola di  P. del Popolo, e Pascali Schifano De Dominicis, fino alla scuola di S. Lorenzo.

Ma anche oggi, nei primi decenni 2000, Roma è influente, importante se non determinante nell'arte contemporanea, con:

-     Tanti artisti attivi conosciuti ed emergenti

-     Esposizioni di giovani

-     Artisti già affermati ed acclamati da critica e pubblico

-     Strutture dedicate e grandi gallerie, anche sedi di gallerie internazionali

-     l mondo ampio degli operatori, degli esperti, dell’accademia

-     Operazioni con movimenti nuovi o già affermati e consolidati, come la Scuola S. Lorenzo e le sue più recenti derivazioni ed eredità nel quartiere stesso ed in altri popolari, come Pigneto, Quadraro, Garbatella, Portuense

-     Infine, la Street art, con le grandi e conosciute opere murali, dal Quadraro all'Ostiense a Tor Marancia, e artisti che si richiamano al Pop surrealismo e al neo pop

-     Ed appunto anche in Roma le esperienze innovative di residenze e spazi collettivi di arte.

Nello studio e nella citata mappatura dell’arte contemporanea in Roma, gli artisti con le loro opere, gli eventi e le strutture avanzate ed innovative, come quelle degli spazi condivisi, si relazionano anche con il territorio di insediamento, sollecitando l’espressione di un gusto e di un apprezzamento comune, popolare e condiviso, oltre quello ricercato degli esperti, con un conseguente interesse e valutazione ampia del fenomeno.

La mostra riguarda dunque alcune delle esperienze significative al riguardo:

Rione Placido Studio Di Fabio e Creative Studio DFB Pigneto.

Rione Placido è uno studio d'arte che nasce nell'autunno del 2022 - gennaio 2023 a Roma, nel quartiere Pigneto, area Prenestino Casilino.  Rione Placido nasce ad iniziativa e dall'unione progettuale di menti e mani di Paolo Vitale, Denise Montresor, Tiziano Conte, Alice Colacione, Mattia Cleri Polidori ed Eleonora Bona. Artisti che condividono tutti l’esigenza di avviare in comune  una piattaforma di ricerca estetica contemporanea. Sede dello spazio è in Via Placido Zurla al Pigneto,  nei locali di un ex laboratorio dolciario, che gli artisti decidono di rilevare e trasformare appunto in un “rione”, come il quartiere popolare Pigneto in cui è inserito lo spazio, un quartiere dinamico per l’arte e la cultura nella capitale. Una ristrutturazione, dalla precedente destinazione d’uso industriale alla nuova culturale, con un grande open space, senza muri divisori tra gli atelier dei singoli artisti che ospita: assenza di muri divisori a testimonianza simbolica e di prassi di una direzione di ricerca e produzione artistica aperta, in mutamento, flessibile, libera. Con metodologie varie e sinergiche, anche con utilizzo di avanzate tecnologie, con un linguaggio proprio dell’arte contemporanea, muovendosi da astrazione a forma ed in relazione come detto con il territorio di insediamento ed in dialogo con le altre realtà artistiche e culturali, locali e anche della città tutta.

Davvero dai semi dell’Accademia, degli artisti operanti da anni in Roma, dalla storia recente dell’arte contemporanea dei suoi movimenti e scuole e dalla tradizione artistica antica di Roma, emergono le nuove realtà ed esperienze artistiche, tra cui rileva Rione Placido.

Dal seme alla radice al tronco delle nuove esperienze. Come diceva Quintiliano dal Maestro, dalla Scuola all’allievo!

Le caratteristiche comuni delle esperienze come Rione Placido sono:

-         innanzitutto, ovviamente gli stessi spazi collettivi, che presentano le diverse funzioni di raccolta e deposito di materiali e prodotti artistici, gli studi laboratorio atelier in senso stretto, gli spazi espositivi, per mostre manifestazioni eventi;

 

-         l’esperienza per il pubblico di andare, recarsi direttamente dagli artisti, nei loro luoghi di creatività ed ingegno, trovando accoglienza e relazione diretta e profonda, non superficiale con le opere e gli artisti stessi, sia da parte di esperti ed operatori del sistema arte, come prassi certo da sempre seguita da curatori critici studiosi, i cosiddetti addetti ai lavori, sia sempre più spesso, e con partecipazione crescente, anche da parte del pubblico in generale, coinvolto ad esempio negli open studio degli  artisti singoli e appunto nelle aperture e nelle mostre negli spazi collettivi. Anche, in questo caso, una esperienza di spazio espositivo altro, rappresentato proprio dal luogo di produzione dell’arte;

 

-         altra comune caratteristica, gli artisti sono tutti giovani, spesso emergenti, mossi inizialmente da esigenze di condivisione di spazi ampi, nella ricerca di contenimento dei costi, dalla conoscenza amicizia e stima pregressa, da comuni precedenti esperienze di studio, come in Accademia o nelle scuole di arte, desiderosi di perseguire comunità di intenti, ricerca e scambio di esperienze, interessati al reciproco lavoro e ricerca, così come alla volontà di esposizione collettiva della loro produzione, anche con il coinvolgimento del territorio in cui le sedi sono insediate, contribuendo al loro sviluppo ed alla loro evoluzione, cambiamento e crescita culturale e sociale;

 

-         in termini artistici in senso stretto, si rileva, pur nelle ovvie differenze di tecnica stile ed interpretazione, un percorso condiviso di direzione e di attento studio ed approfondimento dei temi trattati nel lavoro artistico, con maggiore o minore autonomia artistica, in riferimento diretto ai temi sociali e di sviluppo culturale e sociale in senso lato, ai temi dell’ambiente del clima dell’antropocene, spesso con l’utilizzo individuale o, di nuovo anche comune e collettivo, di tecniche e tecnologie disponibili sempre più anche per il mondo dell’arte, fino agli avanzati algoritmi e/o intelligenza artificiale.

Ma gli spazi collettivi come Rione Placido sono poi dotati di un’altra caratteristica specifica, comune tra le varie esperienze coinvolte, soprattutto come in questo caso: da sole cornici, da soli contenitori e ambienti di produzione di raccolta ed esposizione dell’arte e del lavoro sotteso, così come sempre più oggi avviene per una collezione, una esposizione, un museo, gli spazi collettivi divengono, essi stessi spazi, quasi delle opere d’arte, anche proprio con il messaggio condiviso e collettivo di ricerca, studio, ideazione e creazione, produzione, esposizione.

Dunque, in RAW 2023, a  partire dalle esperienze espositive e curatoriali pregresse, nello stesso evento, come l’anno scorso con Un nuovo sole ogni giorno (con Alberto di Fabio, Vincenzo Scolamiero, Stefano Bolcato e Roberta Morsetti) nel presente 2023 si dedica attenzione ad una significativa delle diverse recenti derive emergenti dell’arte contemporanea, innovative nel loro mostrarsi ed affermarsi a Roma: Rione Placido,

Una esperienza collettiva di studio, spazio, quasi già storicizzata nel vissuto a Roma e nel panorama nazionale  di studio, ricerca ed espressività dell’arte contemporanea.

Sono coinvolte esperienze e generazioni diverse di espressioni artistiche, in rioni grandi e popolari di Roma, come detto anche influenzati da queste innovative presenze.

Oltre al Rione Placido, si presenta anche Studio Di Fabio e il CREATIVE STUDIO DFB Pigneto (Alberto di Fabio) in Via Montecuccoli, in una strada divenuta davvero spazio creativo per giovani, in area Prenestino: spazi che vedono la presenza di diversi nuovi artisti creativi, caratterizzati e dinamicizzati proprio dal loro modo di essere di vivere di lavorare collettivo, a partire appunto come detto dagli spazi condivisi.

Studio Di Fabio e il CREATIVE STUDIO DFB sono un Athanor alchemico di trasformazione culturale, un’officina, una factory di produzione creatività e scoperta ed emersione di artisti emergenti, come nel caso di Giovanni Martinini e le sue Anteforme.

Di nuovo, dal maestro alla scuola. E come in Alberto Di Fabio, quasi si rappresenta, si presenta nello spazio l’essenza, la natura del cosmo, l'infinito, la luce come il profondo dell'oscurità: un’arte, una pittura dell’astrazione, della ricerca e della meditazione, dell’interiore e del cosmo, dell'assoluto, prima della definizione in forme definite e definitive.

Nell’arte dello studio, sempre la mente, l’anima è sollecitata a connettersi con l’universo.  Per l'artista contemporaneo della factory la ricerca, l'arte è percepire e descrivere l’oltre e l’invisibile, per introdurre alla bellezza, all’energia, alla spiritualità.           

L'uomo non è solo fisicità, le opere coinvolgono lo spettatore in visioni superiori e la materia diventa evanescente eterea leggera e la mente può ritrovare una dimensione di sostanza astrale. Un passaggio di stato sollecitato nell'osservatore, da quello fisico allo stato etereo.

Di Fabio così si “moltiplica”:

- con la  mostra di Giovanni Martinini in Spazio giovani Creative 

- e Di fabio apre anche le porte del suo studio, lui ormai storicizzato e che ha fatto la “storia”, per dialogare con un’altra forma artistica (dal fisico materiale al digitale) e un altro artista giovane, che a lui si richiama nei temi, dell'altro studio spazio al Pigneto Rione Placido (in dialogo quindi sull’evento mostra). Sui quadri di Di Fabio saranno proiettate video di mondi micro che animano le tele e ci trasportano nel macro, dialogando tra i due universi ...

Nelle due serate di inaugurazione degli eventi ci sarà anche una perfomance di pittura live, un laboratorio artigianale live di cucito sui tessuti "tela", installazioni video e un dispositivo QR attraverso cui osservare un quadro e i suoi colori con gli occhi di un daltonico.

Un titolo che indicasse i temi critici comuni tra le esperienze collettive e tra gli artisti, come in quelle presentate, potrebbe essere rappresentato dalla evoluzione del contemporaneo, dallo sviluppo dell’autonomia dell’arte e della astrazione, come in Richter, con una riflessione condivisa sul rapporto uomo e natura, nell’era cosiddetta dell’antropocene.

Il decorativo, la scultura, la pittura, l’utilizzo delle avanzate tecnologie – dai video ai software e agli algoritmi - esperienze di pittura e creatività anche live painting, una lettura di colori altra si uniscono in una fusione di idee e realizzazioni.

La citata contaminazione con il territorio di insediamento degli spazi e con Roma e la citata sua storia artistica anche contemporanea, la presenza delle Accademie e scuole rappresentano altresì estensione ed ispirazione delle esperienze: davvero dai Maestri (Quintiliano) e dal seme alle radici al tronco. In senso stretto artistico si presentano dunque nuove identificazioni accanto a riproposizioni ed interrogazioni con le letture e rappresentazioni del micro e del macro, lo spazio vuoto, il minerale, il fuoco.

L’evoluzione e l’ampliamento artistico rappresentato dalle esperienze in esame davvero distinguono le latitudini di Roma contemporanea: inarrestabili latitudini che si ampliano nei significati, dalla miniera e dalla profondità alla luce. Quasi a confermare la sostenibilità e prosecuzione della vita, dell’umanità, del sistema terra, anche nell’era citata dell’antropocene. Davvero queste esperienze e questi artisti si propongono tra i protagonisti di questi tempi, in campo artistico, culturale e sociale.

 

 

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