Il bambino che sognava l'infinito

Racconti di carta di Elisabetta Pagnani con Viola Valletta al violoncello

"Il bambino che sognava l'infinito", Gart e Galleria Canova 22


"...il paesaggio intorno a loro era sicuramente vasto, e doveva essere anche molto bello. Lo si capiva dal volo e dai colori degli uccelli; quella terra doveva essere bellissima se li aveva obbligati a vestirsi di abiti così eleganti per abitarla". Ma per vederla tutta, senza limiti, occorreva eliminare qualsiasi barriera creata dalle piante e dalle alti siepi. Arrampicarsi sugli alberi non era sufficiente.

La curiosità fa parte della crescita e solo chi non si accontenta di vedere cosa c’è a un palmo dal suo naso, solo chi si spinge oltre le cime degli alberi per scoprire cosa vedono gli uccelli da lassù, può oltrepassare tutte le siepi e andarsene molto più in alto di tutti gli alberi…

Guardare vicino, guardare lontano. Nel primo caso si possono distinguere i dettagli, i più piccoli particolari, le sottili venature delLla realtà; nel secondo caso si possono contemplare le cose “da lontano”, vedendole nella loro interezza, ponendole in relazione con il tutto, oltre i limiti del consueto orizzonte. In un certo senso il guardare lontano può diventare la condizione per vedere meglio vicino.

Di questo sguardo particolare narra "Il bambino che sognava l’infinito" di Jean Giono (autore de "L'uomo che piantava gli alberi"una semplice fiaba per l’infanzia in apparenza, ma più profondamente un racconto che libera il pensiero andando oltre. Un racconto sulla natura, sulla curiosità di conoscere e approfondire, sulla libertà di desiderare e scoprire.

Una narrazione fatta in punta di voce per lasciare spazio all’immaginazione e permettere di volare sopra glia alberi insieme al bambino alla scoperta di uno spazio sconfinato: “La più grande sorpresa del bambino fu nel rendersi conto che la vista arrivava tanto lontano. Capiva adesso che cosa si intendeva quando si diceva –a perdita d’occhio -: era molto lontano. Così lontano che forse non esisteva nemmeno.”

"Il bambino che sognava l’Infinito" liberamente tratta da Jean Jono è una fiaba scelta, interpretata e narrata. Storia a libro aperto che racconta il legame profondo e spontaneo dei bambini con la Natura. Di sogno e stupore. Dedicate alla bellezza degli elementi naturali, al vento, al sole, alla pioggia, al loro dialogo con l’uomo, agli esseri viventi che abitano e nutrono la Terra.
 

Artisti