Viewing Room #1

Faig Ahmed, Paula Cortazar, Maria Elisabetta Novello

Viewing Room #1

Viewing Room #1


Galleria Anna Marra è lieta di riaprire le sue porte presentandovi Viewing Room #1. Human/Nature con opere di Faig Ahmed (Sumqayit, Azerbaijan 1982), Paula Cortazar (Monterrey, Messico 1991) e Maria Elisabetta Novello (Vicenza, Italia 1974); tre artisti internazionali che lavorano con elementi quotidiani, generando nuove visioni su culture secolari e sul legame tra Uomo e Natura.

Faig Ahmed sperimenta con materiali e colori tradizionali, come i tessuti dei tappeti in Azerbaijan o il ricamo indiano. È noto per le sue opere concettuali che utilizzano l'artigianato decorativo tradizionale e il linguaggio visivo dei tappeti, per tradurlo in opere d'arte scultoree contemporanee.
Il suo lavoro rielabora antichi mestieri e crea nuovi confini visivi decostruendo tradizioni e stereotipi. Ahmed fa parte di una nuova ondata di artisti che esplorano l'artigianato in modi innovativi per produrre opere che si allontanano dalle convenzioni associate all'artigianato portandolo in un contesto storico artistico. La storia del tappeto e del suo utilizzo nel commercio e nella rappresentazione è un affascinante racconto di cultura popolare. Ma forse è più di questo e dovrebbe essere visto come una chiave per comprendere il mondo di oggi.

Paula Cortazar esplora i territori osservando come gli elementi naturali - l'acqua, il vento, il tempo, la siccità - creino rughe energetiche nei luoghi e li modifichino costantemente. L'artista lavora sull'energia presente in natura e poi la codifica e la incide sulle superfici di rocce, legni o carta. Il segno/l'impronta nelle sue opere richiama spesso i flussi vitali che scorrono nel nostro corpo, creando un ponte, un linguaggio comune tra essere umano e ambiente. Come si evince della due sculture in mostra, entrambe realizzate in alabastro, il lavoro di Cortazar si basa principalmente sulla ricerca del disegno nella natura. Esso è lo strumento che permette all'artista di evidenziare e interpretare il codice grafico nascosto di un albero o di un fiume. Questa ripetizione di linee è per lei la prova visiva che ogni elemento che ci circonda fa parte di un tutto. In questo modo, il disegno funziona come una traduzione personale di un linguaggio molto più complesso.

La ricerca personale di Maria Elisabetta Novello è sulla memoria e sullo scorrere del tempo. Procede con piccole modifiche, lavorando sull'assenza. L'artista corre e percorre i luoghi, fa esperienza degli spazi e delle loro trasformazioni, raccogliendo polveri lungo il suo cammino e testimonianze del presente, oltre a quelle del passato. In questo ciclo dal titolo ISTANTI, l’artista sceglie di indagare alcuni luoghi specifici, più o meno delimitati, e ne raccoglie la polvere depositata, conservandola poi tra lastre di vetro che ricordano, nella loro specificità di forma e materiali, dei grandi vetri da laboratorio, con i campioni in essi conservati pronti per essere analizzati al microscopio.
La scelta della Novello di utilizzare materiali non canonici, addirittura inconsistenti e volatili, difficili da lavorare e da fissare, come la cenere e la polvere, stimola la riflessione sulla prospettiva della conoscenza, sul dualismo tra materiale e immateriale, tangibile e intangibile, individuo e cosmo.