Paura della solitudine

Galleria Anna Marra è lieta di presentare "Paura della solitudine", personale di Mirko Leuzzi, a cura di Vittoria Mascellaro, che raccoglie una selezione di opere realizzate tra il 2024 e il 2025.

Galleria Anna Marra è lieta di presentare Paura della solitudine, mostra personale di Mirko Leuzzi, a cura di Vittoria Mascellaro, che abiterà gli spazi espositivi dal 25 settembre al 25 ottobre 2025, tracciando una geografia emotiva complessa: un viaggio non solo fisico, ma profondamente interiore. L’esposizione raccoglie una selezione di opere realizzate tra il 2024 e il 2025, alcune nate nell’ambito del progetto “Le mie mani”, altre concepite successivamente, come naturale prosecuzione di quel processo. 

Il percorso di Leuzzi nasce come pratica viscerale e istintiva, alimentata da un’urgenza figurativa emersa durante la pandemia e radicata in una condizione esistenziale lacerata. Attraverso un linguaggio visivo evocativo e stratificato, l’artista esplora la dimensione affettiva dell’esistenza, dando forma a corpi vulnerabili, paesaggi interiori, animali simbolici e figure sospese tra prossimità e distanza. 

La sua ricerca ha poi preso una dimensione corale attraverso “Le mie mani”, residenza artistica da lui ideata nel 2023. Il progetto si è articolato in tre momenti, ciascuno dedicato a una tematica specifica: i blocchi emotivi (2023), la manipolazione affettiva nelle relazioni (2024) e, infine, la paura della solitudine (2025). Le prime due edizioni si sono svolte nel casale di Ca’ Vamperti, tra i colli fiorentini, mentre la terza ha avuto luogo sull’isola di Alicudi, dove l’artista ha vissuto per una settimana insieme a sei partecipanti provenienti da ambiti differenti - filosofia, letteratura, musica, psicologia e teatro - dando vita a un vero e proprio simposio sull’isola più remota delle Eolie. Qui, il progetto si è sedimentato come un percorso di disvelamento: un’emersione lenta di paure, desideri e conflitti interiori che trovano forma nella pittura.

Ecco che con Paura della solitudine, la pratica di Leuzzi giunge a un momento di emersione, in cui esperienze collettive e processi individuali si fondono, dando forma a una narrazione aperta e stratificata. Se le opere nate all’interno di “Le mie mani” documentano una fase di intensa sperimentazione relazionale, quelle realizzate successivamente sono esito di un’urgenza più intima e autonoma. Queste proseguono e amplificano la stessa indagine, rivelando come il linguaggio pittorico dell’artista continui a nutrirsi di una tensione emotiva viva, capace di trasformare l’esperienza individuale in forma condivisibile.

Leuzzi costruisce un linguaggio visivo in cui si intrecciano fragilità, archetipi e visioni interiori. I suoi dipinti mettono in scena corpi che oscillano tra attrazione e distanza, animali totemici, figure immobili ma attraversate, immerse in spazi densi e vibranti. La narrazione visiva invita a riconoscere la complessità delle relazioni affettive, smascherando i meccanismi di controllo e dipendenza spesso celati sotto la superficie dell’amore. L’estetica seducente - tra colori vividi e composizioni evocative - amplifica la tensione tra apparenza e verità, tra desiderio e ferita.

La forza della mostra sta nella capacità di Leuzzi di mettere in crisi il confine tra autobiografia e dimensione collettiva. Paura della solitudine costruisce, attraverso la pittura, uno spazio comune per condividere ciò che solitamente resta taciuto.

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Mirko Leuzzi

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