Cromatismo, matericità, forme in esplosione quasi a richiamare quella di Zabriskie Point,contraddistinguono le opere di Sergio Angeli.
Un ‘’mondo altro’’ in gestazione, che rende ragione a quanto affermato da Fabio Benincasa nel suo passo critico sulla mostra dell’artista al Museo Mastroianni di Marino:’’…. una ricerca sulle tracce di un mondo post-umano che, in questo caso, sembra situarsi fuori dall’orizzonte storico, nell’ucronia di un mondo onirico sospeso tra sogno e ipotesi metafisica.’’
Il ‘’sembra situarsi’’, tuttavia non pone Angeli del tutto fuori dall’orizzonte storico; le sue figure non figure, dai confini labili, mobili, sembrano in realtà ricercare un orizzonte storico totalmente rinnovato. Una fase di sospensione, di riflessione, dove emerge la volontà in Angeli di un totale azzeramento: è la speranza di individuare nuovi cicli vitali, un nuovo mondo storico.
I lavori dell’artista sono emblematici del raggiungimento di una storia, appunto, rigenerata come ferma reazione ai tempi oscuri che stiamo percorrendo.
Nella momentanea sospensione ‘’le figure non figure’’ cercano una nuova definizione, un nuovo ‘’centro di gravità permanente’’.
Sono lavori che richiamano e si connettono, per certi versi, alla complessità delle figure di altri due grandi artisti: Franco Villoresi e Belkahia, ma si muove e vive in un contesto lirico di colori.
La ricerca di Angeli, nella fase di sospensione per un nuovo orizzonte storico, fa emergere quanto sia in lui costante l’interrogarsi con figure embrionali che si avvinghiano tra di loro e si pongono in uno stato innaturale di estrema sofferenza.
Angeli è artista colto che coglie anche l’importanza delle citazioni; si muove tra di esse con energia e disinvoltura, personalizzando ed elaborando il mondo di forme che muove dagli ‘’otages’’ di Fautrier ed arriva a forme presenti in Mastroianni tese a travalicare ogni limite e confine per una apertura verso grandi spazi.