Questa mostra nasce dall’incontro di due sguardi, quello pittorico e quello
fotografico, che scelgono di posarsi non sull’evidenza delle cose, ma sul
loro riflesso velato.
Le tele di Maria Pia e gli scatti di Laura dialogano attorno a fili sottili: la
pioggia, le tende e la notte.
Filtri che, pur diversi nella materia, condividono la stessa funzione,
frapporsi tra l’occhio e il mondo, trasformando il vedere in percepire.
La pioggia, le tende ed il buio della notte sono soglie. Non impediscono lo
sguardo, ma lo modulano, lo rallentano, lo sospendono.
Filtri che svelano e insieme celano, che distorcono i contorni per restituire
un’immagine nuova, più fragile e intima.
La pioggia frantuma la luce, la tenda ammorbidisce ciò che divide, il buio
dissolve i margini.
In questo spazio di sospensione, lo spettatore non trova la chiarezza del
dettaglio, ma la possibilità della suggestione, del ricordo,
dell’immaginazione.
Ogni quadro e ogni fotografia diventa così un altrove, un varco verso
l’interiorità dell’artista, un invito ad abitare la distanza tra ciò che si
mostra e ciò che resta nascosto.
Non è la realtà nitida a contare, ma l’esperienza di viverla attraverso un
filtro sensibile e personale.