Stefania Plaza Mora è una curatrice e progettista culturale italo-colombiana. La sua ricerca non si fonda su un medium specifico, ma sulla costruzione di relazioni interdisciplinari capaci di connettere linguaggi e urgenze del presente. Per lei la curatela è dialogo e co-creazione con gli artisti, in cui il curatore tutela, accompagna e contribuisce alla definizione stessa della ricerca.
Le sue mostre nascono come tesi condivise, che trovano dimostrazione nella materia delle opere e nello spazio espositivo. Spesso assumono elementi teatrali, riflesso della sua formazione, e sono concepite come esperienze in cui il pubblico non è spettatore passivo, ma parte attiva di un processo relazionale con l’artista e con la sua opera.
La sua visione trae linfa da concetti teologici e spirituali e dall’incontro originario con il Tod di Paul Klee nell’estate del 2013: un’esperienza che ha segnato l’inizio di un percorso in cui l’arte è intesa come necessità vitale, strumento politico e rivoluzionario, luogo di indagine e di meraviglia. Attraverso le sue pratiche, Plaza Mora cerca di generare contenuti fertili che rispondano al contemporaneo e allo stesso tempo si aprano a nuove possibilità di immaginazione collettiva.
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