Diana Pintaldi incide e ricama in codice Morse per indagare le connessioni tra tempo, spazio e narrazione: concepisce la vita come una sequenza di eventi interconnessi, dove punti e linee diventano il tessuto frammentato di un racconto multidimensionale in continua evoluzione.
L'alfabeto Morse che, nella sua essenzialità binaria, richiama la struttura elementare dell’universo, è assunto da Diana come linguaggio simbolico ideale per esplorare il filo narrativo che tesse la transizione dell’esistenza.
Affronta i temi della sua ricerca con un processo metaforico di quattro azioni cicliche fondamentali: attraversare, collegare, proiettare e interpretare.
Diversificando le tecniche, attraverso il filo cucito, incisioni che coinvolgono proiezioni luminose e registrazioni audio, dialoga con i supporti trasformandoli in una mappa concettuale sinestetica in cui i
percorsi non sono solo segni, ma vettori di significato tra visibile e invisibile, tangibile e intangibile, tra ciò che è accaduto e deve ancora accadere.
Ogni traccia sull’opera, sfida l’osservatore a decifrarne la trama stratificata di infiniti futuri potenziali, un sistema aperto a molteplici interpretazioni da svelare.
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"Cucio e incido messaggi Morse che si proiettano in un cortocircuito di interconnessioni spazio-temporali verso la ricerca e una comprensione del passato, del presente, del futuro e dell’Oltre.
Il divenire di un punto è un racconto in codice Morse.
Per me, la tela bianca non esiste."
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"Nel chiedermi dove sono ora, cosa mi ha portata qui e dove andrò,
mi sono ritrovata a interpretare le mappe più disparate:
ho seguito le linee veloci dei gesti,
le tracce lasciate dalle scarpe sui tappeti,
ho sezionato i vestiti che aderivano alla geografia del mio corpo,
sono entrata nelle mappe del mio cervello fino a proiettarmi
sopra,
avanti,
altrove
e al di fuori
ritrovandomi in due posti contemporaneamente...
e, chissà, dove, e cosa e quando ancora".
Essere nello spazio e nel tempo infinito
Diana Pintaldi
Nata a Roma in una famiglia di artisti, sin dall’infanzia scopre un'attrazione per le sequenze di fotogrammi che danno vita ai filmati, primo stimolo per il suo approccio al disegno.
Grazie anche alla laurea in scienze motorie, sviluppa una preparazione poliedrica, approfondisce la dinamica del movimento, a livello scientifico e esperenziale, esplora le connessioni tra mente e corpo, tempo e spazio.
Nel 2014 apre il suo studio artistico e ben presto inizia a interrogarsi sulla natura del supporto pittorico:
se la nostra esistenza è una catena di eventi interconnessi, come rappresentare il divenire su una tela statica e immacolata? E come fare in modo che l’opera non si esaurisca nei suoi confini fisici?
L’esperienza all’Atelier del MACRO Asilo stimola in lei il desiderio di un dialogo con materiali che abbiano un vissuto. Nascono così le prime opere tessili, tra cui un dipinto cucito su un antico tappeto di famiglia, un gesto che avvia una nuova fase di ricerca.
Nel 2021 trasforma le pareti del suo studio in una grande mappa concettuale, costellata di parole chiave e pensieri ricorrenti.
Da questo lavoro emerge il concetto di “punto”, inteso non solo come matrice di una scia in movimento, ma anche come frammento di un disegno più grande da decifrare. Così prende forma l’idea del codice Morse, un sistema di segni che si sviluppa in tracce permeabili e senza confini, in cui passato e futuro si intrecciano, portando a un dialogo trasformativo con il supporto e l’osservatore.
Il codice Morse diventa così un elemento centrale del suo linguaggio artistico. Attraverso mantra palindromi e bifrasici, esplora il tempo e il suo potere rivelatore, codifica pensieri e riflessioni in attesa di rivelazioni future.
Il suo processo creativo, altamente simbolico, segue quattro azioni cicliche: attraversare lo spazio del supporto, collegare i segni, proiettare possibili significati e interpretare le connessioni emerse. Tutto si fonda sull’essenzialità del codice Morse, che, come un punto in movimento nello spazio, traccia una rete di eventi solo apparentemente asemici, in realtà carichi di un significato nascosto.
Nel 2023 viene contatta dalla Fondazione Pistoletto in merito a degli scatti effettuati alla Galleria Nazionale davanti l'opera di Pistoletto, "un Giovanotto (la smorfia)". La serie (2017 a oggi) racconta il ritratto della famiglia di Diana Pintaldi in divenire.
Nell'ottobre dello stesso anno, la performance ha avuto luogo con la partecipazione di Michelangelo Pistoletto in persona.
Un video della performance è presente sulla pagina instagram della Galleria Nazionale e di Diana.
Il 25 giugno, è stata pubblicata l'intervista a Michelangelangelo Pistoletto e Diana Pintaldi, di Luca Deias, sul Journal di Cittadellarte, in occasione del 90 esimo compleanno del Maestro.
Dal 4 al 25 Giugno 2025 è prevista la mostra "Omissioni" presso Studio Giga, Roma
info : LINK EXIBART
Nel 2024:
-Vince il Nice and Fair Contemporary Prize per essersi distinta nella mostra "SEND ME YOUR LOCATION " a cura di Chiara Lorenzetti e Noemi de Simone, Torino;
- L'opera "Predestinate" viene selezionata per il Festival PRIMA MATERIA 1.0, mostra collettiva, Palazzo Cesarini Sforza, Genzano.
Espone nella collettiva site specific, "A N I M A M U N D I," presso Spazio Hangar, Via Nathan 41, Roma, a cura di Laura Catini.
Nel 2023:
- "LIGHT POEMS", mostra personale, Borghini Arte Contemporanea - Artisti con la Luce- , Via Belsiana 92, Roma.
- "WALL", mostra personale, Kou Gallery, Via della barchetta 13, Roma, a cura di Massimo Scaringella.
- "VUOTO", parte del progetto MVM nell'Artist Run Space Struttura di Cristallo Odescalchi, Piazza Santi Apostoli, Roma.
- "GEOGRAFIE A FILO", GATE30, spazio performance ideato dall'artista.
Nel 2019 ottiene l'Atelier al MACRO di Via Nizza, Roma, in cui realizza una serie di opere ,"Anima l'istante".
Nel 2015 espone alla sua prima mostra personale e poi in una collettiva nella Creative Room Art Gallery, di Lorenzo Cantarella a Roma.