Gregor Becker, dopo sperimentato le tradizionali tecniche pittoriche, insoddisfatto del rapporto fra il “linguaggio” adottato e il “messaggio” trasmesso dai suoi lavori, giunge ad inventare un nuovo mezzo per potersi esprimere al meglio; la soglia tra realtà e finzione è alla base della sua ricerca il cui obiettivo è fornire uno spunto di riflessione sullo sguardo, sul sentire e sul continuo mutare dell’uomo. Autodidatta, si è sempre ispirato ad artisti che uniscono una profonda conoscenza della lavorazione dei materiali alla piena abilità artigianale e a una forte ispirazione per esprimere la propria voce artistica.
Egli concepisce l’arte come la poesia haiku. L’arte deve essere evocativa, deve abbracciare la metafisica con consapevolezza e intuizione. L’insistenza sull’estrema manualità della tecnica unitamente all’utilizzo di titoli in lingue diverse attestano la sua insofferenza nei confronti dei linguaggi “ingessati” dalla tecnica o dalla tradizione. Liberarsi dei codici noti e omologanti per una comunicazione empatica con il mondo circostante è una sua necessità ed è il motivo che lo spinge a fare arte. Le sue opere sono frammenti di sensazioni, percepite e vissute come in un mondo “parallelo” più profondo e vero del reale che, fermati in immagine, divengono una sorta di “segnale” per tutti coloro che abbiano voglia di seguirlo. Per ulteriori informazioni visitate