Il Paradiso e le sue rappresentazioni

Una riflessione corale e una mostra sul tema del Paradiso

Giardino delle delizie. Particolare

Giardino delle delizie. Particolare


L'evento sul Paradiso è stato rinviato a data da destinarsi. Il Paradiso può attendere o forse è perduto, come suggeriva Milton.

Il Paradiso e le sue rappresentazioni

Partecipanti e titoli degli interventi:
Ada De Pirro; Chi è cacciato dal Paradiso? 
Alberto D’Amico; Barbie e Ken nel Paradiso Terrestre
Andrea Sabatello;Immagine fotografica
Anna Onesti; L'alfabeto dei semi
Bruno Di Marino; Paradisi Artificiali
Bruno Lo Turco; Paradisi transitori. Gli sfuggevoli cieli del Buddha
Carmelo Baglivo; Il giardino dell’Eden: l’utopia di vivere senza peccato
David Sabatello; Paradise Room
Domenico Adriano; Paradiso non è ciò che troviamo / in un luogo / ma ciò che vi portiamo.
Fabio Lapiana; Grand hotel Paradiso
Fiammetta Cirilli; Il paesaggio è quello “frammenti in prosa"
Gianni Garrera; Gioco eterno - Gerusalemme muta e sorda
Giovanna Floris; Canto del Paradiso (lettura)
Giulia Bertotto; Memorie dal Paradiso
Giuseppe Garrera; Paradiso di Dante (conferenza)
Guidotto Colleoni; "Nel suo profondo vidi che s'interna,/legato con amore in un volume,/ ciò che per l'universo si squaterna" dal Paradiso di Dante: una lettura
Gabriella Pace, Pierluigi Isola; Paradiso/giardino
Ilaria Restivo; I’mage, treesome
Jacopo Benci; Lontano e luminoso
Julie Poulain; Un petit bout de parapluie contre un coin de paradis
Lisa Giombini; Il Paradiso e la filosofia
Livia Bigi; Com’era il mondo prima dell’intervento di Dio?
Lorenzo Cafiero; Il canto del Paradiso da Goethe
Letizia Papini; “Il Paradiso si conserva in un museo.” Il giardino di Giverny di C. Monet e la nascita del museo dell’Orangerie.
Lucia Nazzaro; Eden Mediterraneo
Marco Ariano; QUI - topografie paradisiache dell'immanenza
Marco Giovenale (differx) GIARDINO RECI(N)TATO
Massimo Arduini; The Earthly Paradise
Niccolò Daviddi; Paradisi antichi e città invisibili
Paolo Albani; Adamo parlava svedese?
Raffaela Fazio
; L'escatologia nella scultura funeraria dei primi cristiani
Roberto Gigliucci; Paradiso perduto
Roberto Tarallo; Paradisi fiscali: Eden dei cattivi?
Silvia Stucky; Paradisi senza io
Stefania Fabrizi; E quindi uscimmo a riveder le stelle
Tino Franco; In Paradiso ci sono già stato

Il progetto propone un’articolata ricognizione dell’immagine di paradiso, formatasi attraverso una complessa storia di rappresentazioni — quella zoroastriana, quella ebraica, quella cristiana — che, giunte in vario modo ai giorni nostri, rimontano alla civiltà sumera e dunque al secondo millennio a.C. Il paradiso sarà preso in considerazione innanzitutto nelle sue due varietà fondamentali di Eden e aldilà celeste, e cioè giardino delle delizie dal quale la prima coppia umana fu scacciata a causa della disobbedienza, e luogo immateriale dove, secondo una credenza diffusa, parte integrante dell’immaginario escatologico occidentale (che pure non riflette la dottrina cristiana ufficiale), le anime dei meritevoli sono condotte immediatamente dopo la morte. Il progetto si focalizzerà su quattro aree artistiche direttamente connesse alla rappresentazione, ossia pittura, letteratura, musica, cinema. Tale interesse condurrà quasi inevitabilmente a soffermarsi su due campi d’indagine ulteriori, quasi corollari del tema centrale. Il primo, storicamente collegato alla soggettività dell’artista, è quello dell’idea di paradiso artificiale, che sarà indagata a partire dalla sua origine, ossia la ricerca di stati di coscienza alterati con una valenza beatifica. Il “paradiso” sarà allora inteso quale condizione estatica. Il secondo campo è quello delle connessioni implicite ed esplicite, evidenziate consapevolmente o solo oscuramente intuite, tra l’immagine della Gerusalemme celeste e la città ideale vagheggiata dagli architetti del Rinascimento. Il paradiso sarà in questo caso considerato come fonte d’ispirazione artistica.

Punto di partenza della ricognizione sarà la constatazione iniziale, la quale fonda l’intera indagine proposta, che il paradiso è il luogo dove si sta bene per eccellenza, e come tale dialetticamente contrapposto al mondo ordinario, dove si può stare bene solo in maniera condizionata e temporanea. Considerazione che ci riporta, in un’ottica biologica, fino all’origine della vita: le prime cellule necessitano, per vivere e più ancora per riprodursi, di un ambiente confortevole, insomma una sorta di basilare paradiso. Quest’ultimo sarà dunque inteso anche come una sorta di mera necessità cellulare. Ma tale necessità, che è in origine materiale, proprio in virtù del suo essere imprescindibile, finisce presto per permeare anche la psiche. Dunque, la riflessione sull’idealità dello stare bene, parte inevitabile della psiche, è ciò che rende il tema stimolante e coinvolgente.

L’idea di paradiso è poi, ovviamente, inseparabile dalla sua indispensabile controparte entro l’immaginario collettivo, ossia l’inferno, il luogo ove si sta male. In altre parole, l’indagine del paradiso non può sfuggire alla constatazione che le idee di paradiso e inferno si producono vicendevolmente e che la riflessione sul paradiso non può non richiamare quella sull’inferno. Del resto, il paradiso, a partire dai tentativi di realizzare varie utopie in terra, per arrivare ai paradisi artificiali, appare sempre sull’orlo di trasformarsi nel suo opposto.

Last but not least, l’immagine del paradiso, inteso come Eden, implica anche quella di una perduta età dell’oro, un mito variamente noto a tutte le civiltà. Il paradiso è allora anche da intendere come uno stato ontologico perduto. Il giardino dell’Eden è la forma archetipica per eccellenza del passato inconsapevolmente idealizzato in quanto tale, semplicemente perché altro dal presente. Dunque, si ha sempre un paradiso nel proprio passato (la giovinezza, per esempio, o un’epoca priva di certe tecnologie invadenti), così come si aspira sempre a un paradiso situato nel futuro (la realizzazione dei desideri, il compimento del percorso escatologico). Il paradiso, allora, è sia dietro di noi sia davanti a noi: ha una sua caratteristica ubiquità se non addirittura onnipresenza, e al tempo stesso rimane sfuggente, in quanto espressione di un’idealità radicale evidentemente irrealizzabile nel mondo ordinario, anche perché in primo luogo razionalmente indefinibile: come chiarito da Popper, non esiste né può mai essere espressa la norma universale che individui le caratteristiche della società perfetta.

Rimarranno sullo sfondo due discipline, che pure hanno contribuito in maniera decisiva alle rappresentazioni di paradiso, e cioè la religione, che di tali rappresentazioni è spesso la committente, e la filosofia (di questo tema si sono occupati, tra gli altri, Agostino, Tommaso D’Aquino, Meister Eckhart, esprimendo visioni tra loro molto divergenti). Questa scelta curatoriale riflette l’intento di indagare soprattutto due aspetti dell’immagine di paradiso, e cioè quello dell’immediato sentire umano e quello simbolico, che sono espressi soprattutto dalle forme artistiche sopra menzionate, più che dal procedere discorsivo e dall’argomentare razionale. Di particolare rilevanza, sarà allora la serie pressoché infinita di immagini del paradiso presentate dalla pubblicità: si tratta di rappresentazioni edeniche implicite (come quelle che mostrano paesaggi e società rurali idealizzati all’estremo, o quelle, opposte, in cui lo stato edenico è innescato da sempre nuove tecnologie che pretendono di sollevare l’essere umano da qualsiasi necessità pratica e preoccupazione), che finiscono per confluire in rappresentazioni esplicite di un aldilà celeste volutamente risibile, come quello di una marca di caffè.

L'attuazione del progetto prevede una mostra di opere pittoriche, installative, letterarie, musicali, insieme con una serie di incontri, proiezioni, conferenze e dibattiti. Le suddette espressioni artistiche costituiranno di fatto un implicito commentario alla produzione artistico-letteraria della tradizione incentrata sul paradiso. Parallelamente, le iniziative dedicate alla discussione produrranno un dibattito esplicito. L’obiettivo che ci si propone sarà quello di illuminare a tutto tondo l’oggetto indagato, rivelandone la struttura pluridimensionale. A tal fine, il metodo di fondo impiegato nell’attuazione del progetto sarà quello della trasversalità e cioè quello della presenza contemporanea e sinergica di più prospettive d’osservazione del fenomeno (letteraria, pittorica, installativa, musicale, ciascuna considerata in tutta la sua varietà) entro lo spazio espositivo. Tale metodo consentirà inoltre d’interrogarsi sulla natura delle rappresentazioni complesse che popolano il nostro immaginario, influenzandolo e venendone influenzate. La proposta è dunque innovativa, poiché anche se altre mostre hanno avuto per tema quello del paradiso, questa è la prima iniziativa in cui il tema è affrontato contemporaneamente, sinergicamente, e con una consapevolezza storica, da molti artisti competenti in diverse aree dell’espressione artistica.

L’allestimento è inteso, a ogni modo, come massimamente flessibile: l’ampio numero di artisti coinvolti, espressione di una varietà di discipline, garantisce che l’allestimento possa essere rimodulato in armonia con le necessità di spazi espositivi anche assai diversi tra loro.

Artisti

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