LIANA ZANFRISCO nata a Civitavecchia, Italia

ISTRUZIONE EDUCATION
2001-2004 Università delle Arti Mediali di Colonia (KHM), Sezione Arte Mediale, Colonia D
2000-2001 Microrep, Master idi Gradica pubblicitaria per il cartaceo e per il web, Aachen, D

1992 Accademia Estiva, Workshop diretto da Leiko Ikemura, Ludwig Forum, Aachen, D

1982-1986 Accademia di Belle Arti, Roma, I

Dopo 20 anni vissuti tra Belgio, Germania e Olanda, sono tornata in Italia e oggi vivo e lavoro a Civitavecchia.
Al mio ritorno ho cominciato il progetto: UN DISEGNO AL GIORNO PER UN ANNO, una sorta di sfida personale che presto è diventata una pratica costante del mio lavoro. Da allora, il disegno è la forma più importante della mia espressione artistica.
Nel 2016 nasce POWERDRAWING la mia scuola di ricerca sul disegno contemporaneo on-line in situ.

il tema della mia ricerca è il segno. Individuare la voce del segno, il suo colore, il timbro. Sono sempre alla ricerca di un segno senza pre-giudizi, lontano dalle impalcature della ragione, senza paura. Un segno autentico, immediato fedele alla verità (o quantomeno a scorci di essa). Un segno difficile da stanare.

Per anni ho pensato che fosse troppo poco, che dietro la mia volontà di fare arte ci dovesse essere qualcosa di più altisonante.
Oggi posso finalmente dire che ho sempre disegnato per togliermi di dosso la famosa impalcatura, quell'alterazione cronica e rigida dell'io a cui Wilhelm Reich, allievo di Sigmund Freud, diede, il nome di corazza.

Concepisco tutto il mio lavoro come una lunga serie di indagini in corso, alla ricerca di prove rilevatrici. Nei lavori più recenti sento la necessità di allontanarmi dalla chiarezza delle immagini per non rappresentare una realtà che rilasci giudizi inequivocabili sulle cose e sui volti. Sebbene i miei lavori tocchino speso la figurazione - corpi in movimento, ritratti, autoritratti, architetture e paesaggi urbani - mi interessa portare i miei soggetti sempre più sull'orlo della dissoluzione, attraverso un salto intenzionale nell'indeterminato, metto costantemente in discussione il familiare. L’ignoto, lo strano trovano sempre posto da qualche parte nei miei disegni.