Proseguendo la personale ricerca sull’impatto dell’antropizzazione sull’ambiente, nelle sue sculture Timossi sperimenta le qualità trasformative di un materiale plastico quale il PVC, esaltando allo stesso tempo le qualità formali della materia naturale – il legno e la pietra, il marmo e la ceramica. Come illustra Ilaria Monti nel testo di presentazione della mostra,la scultura di Alberto Timossi origina dal paesaggio, dalla pietra di fiume ai sampietrini romani, da frammenti e blocchi di marmo delle cave di Carrara, dagli alberi, dalla terra e l’argilla, per poi risolversi nell’incontro con una dimensione industriale. Timossi non solo traccia una morfologia di ambienti naturali e antropici, ma crea infine una partitura, un sistema di pesi e contrappesi, di contrappunti materici e cromatici.Nelle opere dalla serie Pagine, Peso Leggero e Contraccolpi, pavimentali e a parete, l’artista crea un gioco di forme simulate e reali, di chiaroscuri e superfici diverse, suggerendopaesaggi precari e contaminati, prove di resistenza e di forza della natura