*Scaramouche*

Personale di Emanuele Druid Napolitano


Emanuele Druid Napolitano (1976, Roma) realizza dipinti, disegni, film e opere d'arte mixed media. Enfatizzando alcuni aspetti opprimenti e ambigui della società contemporanea e dei social media, Napolitano crea opere – mai del tutto compiute – che possono essere viste come ritratti sociali. L’uso ironico e malinconico del binomio testo-disegno consente ai suoi lavori di mettere in discussione il significato più profondo dell’immagine oltre l’aspetto estetico di superficie. Le sue opere rappresentano un diario di ricordi, un memorandum dell’oggi attraverso cui l’artista ridisegna uno spazio di raccolta e di condivisione dell’immagine per tratteggiare un macro-ritratto della quotidianità contemporanea. I personaggi prendono forma dall’esigenza di esaminare le relazioni tra società ed identità e le connessioni tra immagini e comportamenti sociali. I testi e i colori seguono un ritmo preciso scandendo un’esperienza di visione e di lettura condivisa che dalla dimensione intima e particolare spinge a riflettere sulla valenza e sul ciclo di vita di ogni immagine contemporanea.

 

*SCARAMOUCHE*

di Eleonora De Caroli

 

“Avevo per le mani alcuni elementi tratti da due partiture delle musiche di scena e chiamai quell'amalgama Scaramouche” - Darius Milhaud

 

Scaramouche, ovvero suite per due pianoforti è una delle più note composizioni di Darius Milhaud. Nei tre movimenti della suite, i due strumenti eseguono accordi diversi realizzando una politonalità estetica che persegue una semplicità concettuale. Semplicità che si ispira al mondo quotidiano, fatto di colori e suoni provenienti dai contesti più disparati, e che volge all’assoluto e all’infinito come descrive Jean Cocteau nel Il Gallo e l'Arlecchino, il manifesto programmatico del Gruppo dei Sei di cui Milhaud era esponente di spicco. La dicotomia semplicità-assoluto viene espressa nelle opere di Emanuele Napolitano dal dialogo tra immagine-parola-suono. La parola scritta, che nasce dall’ascolto e dall’osservazione dell’altro, diviene la dimensione precipua per indagare le relazioni tra società e identità. Il colore emerge da questa dialettica come ente in grado di realizzare una figurazione sintetica permettendo così una comunicazione percettiva diretta. Le tele e la carta raffigurano le relazioni quotidiane fino a diventare cristallizzazioni di rivelazioni silenziose e, al tempo stesso, icastiche giustapposizioni che mirano asintoticamente a un'idea di intima e melodica serenità.