The Visitors

Prima personale italiana del giovane artista nigeriano Adegboyega Adesina

Galleria Anna Marra è lieta di presentare The Visitors, a cura di Alessandro Romanini, prima personale italiana di Adegboyega Adesina (Lagos, 1998), artista nigeriano che, nonostante la giovane età, ha sviluppato un’ammirabile capacità di mettere in sinergia elementi diversi e spesso eterogenei, e che ha dato vita a una modalità espressiva perfettamente in linea con un’attitudine postmediale, che gli permette di lavorare senza soluzione di continuità con le diverse tecniche.

Le opere esposte, una decina di dipinti su tela, dimostrano la sua capacità di fondere in maniera sincretica la dimensione personale, autobiografica, con una riflessione allargata allo zeitgeist del suo Paese e dell’esistente, facendo ascendere la prima a una valenza di carattere universale. Altra unione armonica è quella che si stabilisce tra la riflessione sulla storia remota e prossima dell’Africa in generale e del suo Paese, la Nigeria in particolare, su fenomeni come il colonialismo e la costruzione di un futuro comune su scala globale, con un’apertura di natura esistenziale, declinata spesso in una chiave “spirituale”, che riguarda ogni singolo individuo vivente, con le sue aspettative e interrogativi.

Un Paese il suo, che al contrario di molte altre nazioni africane accomunate dall’aver conquistato l’indipendenza nel 1960, ha una ricca tradizione pre-coloniale di forme espressive e una varietà culturale testimoniata dalle oltre duecento lingue parlate con i relativi dialetti, molte delle quali abbinate ad altrettanto specifiche forme artistiche.

Adesina sviluppa nella mostra una sorta di concept album, una storia per immagini dove l’artista stesso e la cerchia ristretta dei suoi affetti, famigliari ed elettivi, diventano protagonisti e motori dello sviluppo narrativo visuale, costringendo lo spettatore – deliberatamente – a un atteggiamento attivo che lo induce a sviluppare interpretazioni ad alto tasso di soggettività.

Un diario per immagini quello di Adesina, che registra elementi relazionali, predisposizione all’ispirazione creativa, blocchi dell’artista e la scansione circadiana dell’esistenza. Per l’artista, la pittura mantiene una dimensione magica, il pennello come una propaggine della mano e della mente e soprattutto uno strumento di conoscenza individuale e universale che non cessa di scandagliare ogni ambito dell’esistente.

Adesina supera un complesso di stereotipi che si è accompagnato per lungo tempo a una sorta di linguaggio internazionale adottato da molti artisti della diaspora sulla coda lunga del postmoderno e risolve senza conflitti quella che Cheikh Hamidou Kane chiamava nel suo testo omonimo “L’avventura ambigua”, cioè la doppia cultura, l’identità ibrida prodotta dal colonialismo.

L’artista dimostra di aver indagato e meditato le varie forme iconografiche, avendo risolto la dicotomia fra radici artistico-culturali, iconografie contemporanee e dimensione introspettiva. Come dimostrano i testi di accompagnamento alle opere, si inserisce nel solco di una tradizione nigeriana, quella degli artisti Nsukka che scrivevano poesie che delineavano relazioni nascoste fra lirica e disegno, e allo stesso tempo la rinnova, testimoniando con forme espressive nuove lo stretto legame che nel suo Paese da oltre sessant’anni lega l’arte alla letteratura.

Adegboyega Adesina è nato in Lagos (Nigeria) nel 1998, dove attualmente vive e lavora. Ha conseguito una laurea in “Human Physiology” presso la Federal University of Technology Akure. Il realismo dei suoi ritratti è dovuto all’ottima conoscenza dell’anatomia umana. Le opere di Adesina sono una rappresentazione visiva delle influenze del colonialismo e della digitalizzazione mondiale sulla cultura africana e sugli africani, un’indagine complessa della Nigeria attraverso la lente della storia personale dell’artista. Adesina ha esposto i suoi lavori in Nigeria, Sud Africa, Francia, Grecia, Regno Unito e Stati Uniti.

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