Giorgio Benni: Fotografare l'arte contemporanea. Un metodo di lavoro

Ripercorriamo i 35 anni di lavoro del noto fotografo di arte contemporanea.

Temple University Rome

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Una figura molto nota nel mondo dell’arte contemporanea a Roma, da più di 30 anni, Giorgio Benni ha fotografato ogni opera d’arte di ogni mostra, da collezioni di ogni museo e case di ogni collezionista. Con questa mostra facciamo omaggio a una figura importante per noi addetti ai lavori, al pubblico che vede l’arte attraverso il suo occhio nelle pubblicazioni, e a tutti gli artisti che hanno arricchito il loro archivio con foto stupende dei loro lavori.

Come dice il maestro: “Fotografare una mostra significa utilizzare un medium per descriverne un altro. Un po’ come parlare di danza. Non è facile, ma se questa è la sfida io l’ho accettata 35 anni fa.”

Continuo a citare Giorgio nella sua descrizione dell’obbiettivo della mostra:

“Nel breve percorso della mostra cerco di evidenziare i punti fermi del mio modo di documentare l’arte contemporanea. Una professione, quella del fotografo per l’arte che mi ha portato in mille mondi diversi.

Mi piace pensare che un giorno, magari fra cent’anni, studenti e professori utilizzeranno anche le mie immagini e spero che non le considereranno manomesse. Come tante immagini che vanno di moda oggi.

E’ difficile lavorare in modo semplice e leggero. Fotografare quello che serve, quello che è importante senza trasformarlo in altro. Dovrebbe essere il compito dei fotografi d’arte. Anche se preferisco la definizione “fotografi per l’arte”. La nostra è una fotografia che esiste perché esiste l’arte. E dove c’è l’arte c’è bisogno di noi. Specialmente in un mondo dove le immagini corrono come i pensieri.  Fotografare arte significa diffondere la cultura. E perché no, dare una mano a migliorare il mondo.

La mostra è divisa in tre sezioni. La prima sezione riguarda l’illuminazione delle opere tridimensionali. Utilizzo sempre luci semplici, morbide, non troppo presenti.

La seconda sezione è sulla documentazione di eventi performativi. Dove per mia scelta scatto quasi sempre dallo stesso punto di vista del pubblico.

La terza sezione è sulle fotografie di ambienti. Amo compiere il percorso dei visitatori e cercare le relazioni tra le opere e gli elementi architettonici presenti che attualizzano le immagini e le inseriscono nel loro contesto naturale per l’arte. Cioè la vita di tutti i giorni.”