Metaverso, Tecnologie e Astrazione

Vernissage con Performance Musicali & Live Painting

Remo Carradori,

Remo Carradori, "Peace on Earth", acrilico su tela, 70x 80 cm, 2021


A cura del dott. Daniele Radini Tedeschi
 
L'astrattismo diventa il campo di confronto tra due poetiche: quella emotiva, signica e introspettiva di Carradori e quella de "L'Albero di MABits" tramite la quale Flati sgretola i limiti tra Arte, Scienza e Tecnologia Contemporanea.
Due percorsi per intendere la realtà contingente, entrambi paralleli e validi, che si offrono come faro contro la deriva dell'umanità.
Nello sterminato campo della Crypto Art, NFT, video computerizzati, realtà parallele e ologrammi, i due artisti si misurano con le nuove tecnonogie per fornire una risposta alla fatidica domanda:

L'arte tradizionale può ancora veicolare informazioni e contenuti alla contemporaneità?
 
Gli artisti
 
Remo Carradori: Nell’atto di sfogliare la produzione di Carradori si nota immediatamente come aderisca ad un espressionismo in prevalenza astratto, pur tuttavia non rinunciando del tutto alla raffigurazione del reale. Elementi rimandanti alla dimensione del tangibile spiccano all’interno delle sue entropiche superfici, come semplici ma efficaci escamotage comunicativi che l'artista tende ad inserire quasi in maniera inaspettata anche per lo spettatore stesso. Malgrado tali artifizi, Carradori non trascura mai quell’esaltazione pittorica della propria implantologia emotiva, tema portante di quasi un secolo di storia dell’Astrattismo. L'artista tende a raccontare e raffigurare la propria Weltanschauung nella maniera più naturale e misurata possibile, avvalendosi di codici segnici e tonali, la maggior parte dei casi riconducibili ad esperienze esistenziali e spirituali. Coerentemente a questo proposito, Carradori non disdegna l’applicazione di elementi esterni alla tela e ai pigmenti.
 
Giancarlo Flati: Giancarlo Flati è un pittore, microchirurgo, ricercatore e scrittore abruzzese. La sua attuale ricerca artistica è rivolta all’esplorazione del paradigma olografico e dell’olomovimento della materia mediato dalle forme topologiche dello spazio–tempo. “Flati rappresenta il mondo nelle sue complessità”, scrive lo storico dell’arte Claudio Strinati, “cogliendo l’attimo in cui si organizza, fluisce senza forma e si definisce dal primo suono del Big Bang, esplodendo ed espandendosi nell’eufonia dello spazio-tempo. Nelle opere di Flati ci sono legni aggrovigliati, nodi metallici, schede elettroniche, vetri rotti, granelli di sabbia, pietre e suoni gusci di Tritone. Ogni elemento ha il ricordo dell’arpeggio del bosco, dello sciabordio delle onde, dei suoni delle macchine elettroniche, dell’ebbrezza del vento che incontra le nuvole. Una nuova polifonia dello spazio, una nuova melodia a più voci, una sorta di ars nova, una musica tra arte e scienza.”

Durante il vernissage si esibiranno due artiste in live painting affiancate dalla musica live di giovani cantautori del panorama romano.