Mi manchi come il Wi-Fi

Prima esposizione personale in Italia dell'artista Ignasi Monreal


STUDIO STEFANIA MISCETTI è lieto di presentare Mi manchi come il Wi-Fi, prima esposizione personale in Italia dell'artista Ignasi Monreal, ideata e realizzata in collaborazione con Jack Wooley e Bernardo Moleón.

Ignasi Monreal, giovane artista nato a Barcellona e già attivo nel mondo dell'audiovisivo e della moda, dopo la sua prima mostra di oli a Madrid giunge a Roma con un progetto inedito, con il quale s’interroga sulle implicazioni del rapporto che ci lega alle neo-divinità tecnologiche,

una su tutte Internet e la chiave di accesso ad esso, il dispositivo router. 

Internet. Elemento etereo e inafferrabile che è entrato a far parte della vita di tutti i giorni e al quale non riusciamo più a rinunciare.

È con noi ovunque: invisibile ma pervasivo. Eppure una sua manifestazione fisica e tangibile esiste, il router Wi-Fi, che tuttavia non riceve alcun tipo di rilievo e dignità estetica nonostante si trovi ormai dappertutto.

Attraverso un'installazione interattiva l'artista intende restituire alla necessità di essere connessi il ruolo centrale che essa ha assunto, in modo quasi smisurato, nella vita contemporanea, tentando di rendere quanto più possibile "presente" qualcosa di così immateriale come Internet.

Realizzata in collaborazione con Jack Wooley, artista e ceramista residente a Londra, e Bernardo Moleón, il quale è stato Strategic Planner di Apple, la scultura Hypercube porta a compimento una perfetta armonia tra arte, artigianato, nuovi media e universo hi-tech, creando una connessione tra gli spazi fisici e intangibili della mostra.

L’opera esposta è il risultato fluido della commistione tra diversi elementi: le ultime innovazioni tecnologiche, – in particolare l’ascesa della connessione 5G; la cultura spagnola dell’artista, manifesta non solo nell’uso della decorazione ceramica ma anche nell’adozione dell’iconografia religiosa – interessante a tal proposito il rimando alla Crucifixion (Corpus Hypercubus) di Salvador Dalì; spunti autobiografici, come il riferimento visivo all’Aziziye Camii di Londra, ex cinema divenuto moschea nel 1983, di fronte alla quale l’artista ha vissuto per diversi anni.

La mostra è accompagnata da un testo critico di Dobrila Denegri in conversazione con Ignasi Monreal, Jack Wooley e Bernardo Moleón.