Open Studio Alberta Piazza


Alberta Piazza e Giuliana Silvestrini presentano MATERIA CRUDA, una serie di opere ispirate dall'argilla cruda, elaborata su carte, tele, sculture, calchi.

 

LA TERRA E LE PIETRE di Alberta Piazza

In un mondo travagliato dai conflitti, dalle guerre e dalle crescenti disuguaglianze, le emozioni soggettive risorgono più che mai. La donna/uomo non più solamente essere razionale si trova a contatto con i propri impulsi e emozioni quali la paura, l'ansia, l'aggressività. Si profila quindi, un soggetto vulnerabile e fragile che crea dei precorsi mentali e psicologici che affondano nell'istinto primitivo e primordiale.

Si cercano àncore di salvezza e appoggi irrazionali, si fa caso ai sogni e ci si affida ai segni che incidentalmente troviamo sul nostro percorso. Ci si crea un "pantheon" di simboli, oggetti-culto, talismani arcaici che ci accompagnino nella nostra esistenza proteggendoci dalle difficoltà.

Da questo contesto nasce il bisogno di lasciare, descrivendola, una esperienza da trasmettere: attraverso quindi la spontaneità del gesto di colorare l'elemento naturale (ecco il legame con la creta-terra) e che rimanda a gesti pittorici che ricostruiscono il proprio mondo terreno e spirituale. Lo stesso processo di riproduzione e trasfigurazione che ritroviamo nelle grotte preistoriche, santuari naturali dell'umanità. Dove forse l'uomo era "spirituale" prima ancora di essere "sapiens".

LA TERRA creta come colore

Elemento centrale di questa serie di lavori è la creta cruda, lavorata su carte e tele, mescolata ai pigmenti e ai gessi, utilizzata come colore raccoglie in vari strati la propria esperienza del trasmettere quel patrimonio di sogni, memorie, ossessioni del nostro vivere quotidiano.

LE PIETRE amuleti-talismani apotropaici

Gli amuleti simbolici che qui rappresento come pietre raccolte e collezionate, vengono dalla creta per suggellare il legame che mi unisce alla Madre-Terra. Sono elementi che assumono spesso la medesima funzione di un sogno o un ricordo, atti a scongiurare, allontanare o annullare, come nelle fiabe o nei racconti mitologici. E a quella memoria storica si riferisce.

 

MAPPA E TERRITORIO di Giuliana Silvestrini

Il riconoscimento del limite come possibilità

Il mio lavoro si articola e si sviluppa sul tema della “creta” come relazione arcaica esistente tra uomo/mondo/natura. Creta, terra, materia e luogo dove si concentrano le esperienze più antiche, dove si lasciano tracce, si superano confini, si muovono passi per scoprire l’altrove. Il tema è declinato con vari linguaggi, dal video alla pittura, all’incisione su creta.

Il video dal titolo: Con-tatti, con atteggiamento che guarda alla performance, indaga lo stretto rapporto tra il corpo e la terra. La creta stesa sul mio stesso corpo diviene metafora della ri-costruzione, distruzione, morte e rinascita, ma anche processo di costruzione del sé, risultato della stratificazione, mescola profonda delle esperienze e delle emozioni vissute. Gli elementi terra, fuoco, acqua e aria si rapportano all’uomo, compenetrandosi l’uno nell’altro in un miraggio di unità inscindibile. La creta elemento ricco di significati e proprietà e il processo della sua trasformazione in terracotta nell’incontro col fuoco, racconta delle azioni e degli interventi dell’uomo sulla natura.

Piccoli frammenti di terracotta con incisi dei “paesaggi” di segni documentano i “luoghi della memoria”.

Carte dipinte con colori misti a terra d’argilla cruda disegnano una forma che idealmente racchiude la mappatura del mondo. Le tracce, linee di attraversamento, che solcano la forma si richiamano alle rotte di migrazione dell’uomo nel mondo.

L’intento in questo lavoro pittorico è esprimere il concetto di mappa come territorio, confine, limite, ma anche luogo interiore che ci distingue, che difendiamo dall’altro, l’estraneo, lo straniero. Ecco le nostre paure soggettive e collettive emergere in un caos di emozioni discordanti che s’intrecciano, si solidificano fino a rappresentare l’impedimento, l’ostacolo con la conseguente chiusura. Impossibilità di una visione ampia in grado di accogliere e fare esperienza di conoscenza dell’altro.