L'opera rimarrà aperto al publico per visitare dal Marted' 10 Ottobre fino al Sabato 21 Ottobre, dalle ore 10:00 fino alle 18:00.
Mentre guidi la bici nelle strade di Roma e hai due videocamere da controllare, nonostante il percorso da fare, le macchine, le moto e la gente da evitare, quasi tutta la tua attenzione è concentrata sulla tua proiezione a terra.
Una videocamera sul casco riprende il CIELO e l’altra, posizionata su un’asta, la tiene in mano l’attore puntandola verso la propria OMBRA. Così come ogni giorno fa il suo viaggio da casa all’Accademia. Nel video si vede che a volte l’OMBRA si trova dietro la bici, e il ciclista deve guardare dietro di sé per individuare la posizione dell’OMBRA e puntare l’asta verso la protagonista (l’OMBRA)!
L’attore rischia la sua vita a guardare la propria OMBRA. In mancanza della sua OMBRA si sente morto, perché, come i prigionieri del Mito platonico della caverna, l’attore si identifica con la sua proiezione per terra, La sua attenzione è sempre concentrata sulla sua OMBRA. Lui è quasi l’OMBRA che vive per terra.
Ma allo stesso tempo inconsciamente cerca anche la luce, perché senza la luce non si può vedere la proiezione della propria OMBRA, e di conseguenza cerca anche il suo essere vero e lo stesso sole che emette la luce ! Capita a tutti, che per fare qualcosa con tanto impegno ci si dimentichi il resto della vita! Nel “backstage” l’attore cerca di guidare la bici nelle parti della strada illuminate dal sole e il regista, dove cercare una giornata bella e piena di sole per poter girare! Ma non è solo il protagonista nel video che fa questa avventura, è anche l’attore che nella vita reale che rischia la sua vita per recitare questo ruolo: sembra una meditazione. La protagonista, ovvero l’OMBRA dell’attore, l’attore che cerca di seguire la protagonista e il regista che cerca di trovare il sole per esporre l’attore alla luce, lo sceneggiatore che scrive e guarda questo spettacolo dall’alto, tutti sono la stessa persona! Guardando il video, lo spettatore inconsciamente mette più attenzione sull’immagine dell’OMBRA rispetto a quella del CIELO. La ricerca inconscia del CIELO e del sole si vede nella immagine del CIELO.
Nel progetto di video-installazione lo spettatore sale sulla bici, pedala e rimane immerso in due immagini: in alto, l’OMBRA e in basso, il CIELO. Incredibilmente si cammina nel CIELO, e chi pedala è l’Anima che, guardando in alto, vede l’OMBRA, il mondo corporeo.
La maggior parte delle persone quando sono salite sulla bici, si sono identificate subito con l’immagine dell’OMBRA dicendo “Ah ecco , quella sono io” . Si sincronizzavano anche con l’OMBRA: nel senso che pedalavano quando pedalava l’OMBRA e si fermavano quando l’OMBRA era ferma. Dopo un po’ di tempo si rendevano conto anche dell’immagine del CIELO sotto la bici, ma solo alcune persone si mettevano a guardarla. Quando chiedevo “qual’è l’immagine che vi piace ?” rispondevano “tutte e due”, ma quando chiedevo “a quale immagine vi piace guardare di più?”, quasi tutti rispondevano quella dell’OMBRA, perché è più movimentato, è più vivo, è più REALE. Chiedendo “ma com’è il CIELO sotto di te?” rispondevano “Stupendo, come se volassi, come E.T.[film] , ci sono alberi, palazzi, nuvole, è astratto”. Ma l’OMBRA rimaneva l’immagine più attraente.
“La verità di loro stessi su una bici vera nel CIELO” e “la realtà
dell’OMBRA che rappresentava la loro vita quotidiana e le loro azioni”, sono due fattori importanti di questa installazione.
Chi pedalava non aveva molto controllo sulla guida della bici e andava dove li portava l’OMBRA proiettata. Ma tutto questo succedeva solo dopo essere saliti sulla bici. Prima di quel momento tutti guardavano e al massimo dicevano “beh interessante” o chiedevano “ che vuol dire ?” e la mia risposta è stato sempre: “sali sulla bici e pedala, per favore”.
©Salim Mir Alaiee maggio 2017.
APERITIVO E LIVE SET
Nel corso dell’opening appuntamento nel cortile interno dell’Accademia, all’ora dell’aperitivo, con un live set sonoro di Federico Paganelli e Riccardo Gasparini: electronics e chitarre, per un viaggio improvvisativo fra atmosfere dilatate, suoni evocativi, astrazioni mnemoniche, tessiture rarefatte.