La Fondazione Pastificio Cerere presenta Mvaḥ Chā, mostra personale di Namsal Siedlecki, a cura di Marcello Smarrelli, che sarà aperta dal 22 settembre al 30 novembre 2020.
L’evento presenta per la prima volta in Italia i risultati del progetto Crisalidi – mostrati in anteprima a gennaio presso il Museo di Patan (Kathmandu, Nepal) – realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (6. Edizione, 2019), il programma di promozione di arte contemporanea italiana nel mondo della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo.
Il nucleo principale della mostra è costituito da cinque sculture in bronzo, dal titolo Mvaḥ Chā (Crisalidi), realizzate da Siedlecki nel 2019 durante diversi periodi di residenza a Kathmandu, dove ha avuto modo di sperimentare e approfondire la tecnica della fusione a cera persa nepalese in alcune delle più importanti fonderie locali. Il titolo delle sculture deriva proprio dalla pratica quotidiana delle botteghe, da quel momento in cui il modello in cera viene ricoperto da strati di “Mvaḥ Chā” (una malta che si ottiene impastando argilla, sterco di vacca e pula, ossia l’involucro dei chicchi di riso), formando un involucro così spesso da nascondere la forma originale. Siedlecki ha tramutato in opere questi manufatti intermedi che, seppur necessari alla realizzazione delle sculture, non lo sarebbero mai diventati in quanto solitamente distrutti per portare a termine il processo di fusione.
Il risultato di questo insolito processo sono sculture dalle masse indeterminate, dei non finiti, forme dotate di un’espressività forte e primitiva, libere da canoni proporzionali e da precisi riferimenti anatomici, che tuttavia conservano una sottile relazione con l’iconografia religiosa induista e buddista, ricordando allo stesso tempo l’estetica arcaicista della scultura del primo Novecento. Sculture che creano un dialogo fra passato e presente, tra oriente e occidente, sottolineando come, la fascinazione per l’ignoto e per lo spirituale, accompagni da sempre l’uomo indipendentemente dalle epoche e dalle latitudini.
Come previsto dal bando – tra i cui obiettivi c’è quello di incrementare le collezioni pubbliche con nuove produzioni – il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato sarà il destinatario ultimo delle opere realizzate.
A novembre 2020 sarà presentato un libro sul progetto, edito da Nero, con testi di Marcello Smarrelli, Direttore Artistico Fondazione Pastificio Cerere, Sangeeta Thapa, Direttrice Siddhartha Arts Foundation, Charles Jamyang Oliphant of Rossie, Ph. D Università di Oxford, Dipartimento Studi Orientali.
Ingresso esclusivamente su prenotazione su www.pastificiocerere.it