Studio Longo apre per la prima volta al pubblico con un’installazione relazionale site specific in cui Amedeo Longo e Camilla Gurgone coinvolgono i partecipanti in una sfida poeticamente beffarda.
Il kingyo sukui è un gioco tradizionale giapponese, considerato l’attività d’intrattenimento per eccellenza dei festival estivi in Giappone.Immaginate un’umile bancarella con una grande vasca trasparente, piena di pesci rossi che nuotano frenetici colorando l’acqua di toni caldi: attratti e incuriositi vi avvicinate ricordandovi le volte in cui da piccoli, di fronte ad uno stagno o ad una fontana, avreste voluto afferrare un pesce provando ad acchiapparlo con le mani. Il fine del gioco è molto simile: catturare quanti più pesci possibile con uno strumento speciale chiamato "poi ": un retino composto da uno strato sottilissimo di carta che a contatto con l’acqua può strapparsi facilmente.Longo e Gurgone ripropongono al pubblico il kingyo sukui in scala più grande posizionando una vasca centrale come protagonista dell’ambiente. Chiunque deciderà di accettare la sfida avrà a disposizione un retino e tutto il tempo necessario per tentare la cattura del proprio pesce Shubunkin, cercando di controllare quella pazienza frenetica che rende il gioco così complesso. In caso di vincita, il giocatore potrà portarsi a casa il pesce con le dovute precauzioni per il mantenimento dell’animale.
Allo stesso tempo però il progetto pone una riflessione sugli acquari casalinghi e le rispettive decorazioni fittizie e kitsch che simulano malamente i fondali marini. Partendo dalla classica anfora rotta, i due artisti hanno creato 20 oggetti inusuali in ceramica disponibili alla vendita che possono essere immersi e usati come decorazione all’ interno del proprio acquario.
Con un testo critico di Letizia Giardini
Media partner: KHLAB
Per partecipare all' open studio è necessario esibire il green pass o un tampone con esito negativo.