IDentity è il nuovo progetto multimediale di Patrizia Genovesi, artista da sempre impegnata nell’indagare i territori di confine tra arte, scienza e tecnologia. Al centro di questa esposizione, una riflessione profonda sullo statuto della soggettività nell’epoca dell’intelligenza artificiale: chi siamo quando siamo online? Quale forma assume la coscienza nel passaggio dall’esperienza incarnata alla vita algoritmica?
La mostra si sviluppa come un percorso immersivo e multiforme: fotografie, videoarte, installazioni interattive, materiali generativi e ambienti sonori concorrono a costruire un paesaggio visivo e concettuale che interroga le nuove forme di identità, presenza e rappresentazione. I sistemi di generative AI utilizzati non sono meri strumenti di produzione, ma parte integrante del linguaggio critico: mostrano ciò che possono generare, ma anche ciò che non possono comprendere.
Un tratto distintivo di IDentity è il dialogo aperto con altri sguardi autoriali: le opere di Patrizia Genovesi si confrontano e si relazionano con una selezione di lavori fotografici di autori italiani e internazionali, a partire da quelli appartenenti ad AFIP International – Associazione Fotografi Professionisti, in un confronto libero e profondo su temi come l’immagine del sé, la visione del corpo, l’identità tra intimità e rappresentazione pubblica. Questa composizione plurale non è solo curatoriale, ma epistemologica: intende riflettere la molteplicità delle forme identitarie che si sviluppano nel digitale, dove l’io è frammentato, distribuito, costantemente rinegoziato.
Il percorso espositivo — stratificato, stratigrafico e multisensoriale — si ispira anche alle riflessioni del saggio “Dove siamo quando siamo online?” scritto dalla stessa Genovesi: un’indagine teorica sul digitale come non-luogo della coscienza, dove la visione interna viene sostituita dalla reazione esterna e l’identità si riduce a continuità operativa, ma senza orientamento simbolico.
IDentity diventa così spazio artistico e critico, luogo di soglia e di attraversamento, in cui le tecnologie AI non sono semplicemente osservate, ma interrogate: possono costruire esperienza? Possono restituire visione? Oppure restano strutturalmente incapaci di “abitare” ciò che producono?
Questa mostra non offre risposte univoche, ma chiama in causa il visitatore come soggetto attivo, potenzialmente disorientato ma ancora collocabile. In un’epoca in cui tutto si trasforma in flusso, IDentity è un tentativo di ridefinire lo spazio della visione come atto di resistenza cognitiva e affettiva.