Abruzzo Istantaneo

Paesaggi a pellicola larga. Mostra fotografica di Massimiliano Tempesta.

Ci sono luoghi che sembrano aspettare. Paesi che resistono in silenzio, dove l’intonaco si sfalda piano e le insegne scolorite raccontano un tempo che non è mai andato via del tutto.
L’Abruzzo che ho attraversato con una Fujifilm Instax Wide 300 è fatto di questi spazi: fermi, vuoti, ma mai davvero deserti e mai veramente immobili.

La pellicola istantanea non concede ripensamenti. Scatti, e resta. Per questo ho scelto questa macchina: perché costringe alla semplicità. Come una frase secca, messa giù senza ornamenti.
Le fotografie sono istantanee larghe di piccole città, cortili abbandonati, serrande chiuse, paesaggi montani che si allargano sotto un cielo blu, spiagge che attendono.

Non ci sono persone nelle foto. Ma ci sono le loro tracce. Un portone socchiuso, una fila di panni stesi, i giochi nei giardinetti, i resti di una festa patronale, parcheggi vuoti fuori stagione. È un’assenza che racconta più della presenza. Una città è viva anche quando dorme.

Questo progetto è una raccolta di momenti immobili, scatti che non inseguono la perfezione ma la realtà. Quella che si trova se ci si ferma. Se si guarda. Ogni muro, ogni strada ha qualcosa di necessario, come certi periodi brevi e dritti, così sono le mie foto delle frasi breve per descrivere un viaggio personale.

Hemingway diceva “Il mondo spezza tutti, e poi molti sono forti nei punti spezzati.”

L’Abruzzo ha crepe ovunque. E proprio lì, spesso, è più bello.

Massimiliano Tempesta
Socio fondatore del WSP Photography, dopo 10 anni di attività fotografica da autodidatta decide di specializzarsi frequentando diversi corsi e workshop, dalla fotografia di reportage alla fotografia di architettura. Ha all’attivo diverse mostre e pubblicazioni. Da anni porta avanti un suo percorso di ricerca sui quartieri popolari e sulle nuove architetture in diverse città del mondo. Spazia dalla fotografia digitale a quella analogica di vario formato. Insieme a Daniela Silvestri ha ideato il format Itinerari Metropolitani, che dal 2020 si occupa di indagare il paesaggio urbano e non modificato dall’uomo, tra le periferie e la banalità del paesaggio quotidiano, a Roma e non solo.

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