«Definisci bambino» dà il titolo alla mostra fotografica dell’artista palestinese Sabrina Mukarker - curata da Stefania Pieralice con la presentazione critica di Daniele Radini Tedeschi. La rassegna sarà inaugurata a Roma il 20 Ottobre per proseguire fino al 20 Novembre, nello Spazio Start. Otto scatti insegnano a sognare nelle grandi prigioni, perché tutti i bambini –qui di origini palestinesi- puntano in alto verso il cielo, oltre ogni barriera. Otto foto di resilienza innocente, colme di meraviglia: “We don’t know borders” ritrae un fanciullo che indica un aquilone disegnato sulla barriera di separazione israeliana, quell’aquilone lo porterà oltre i confini; e ancora “Jerusalem, a shadow” è il sogno di un ragazzino che vola, aggrappato a cinque palloncini rossi, superando così il muro d’isolamento. Offre un esempio di resistenza agli orrori di ogni guerra la piccola palestinese della comunità di Masafer Yatta che, seppur privata della propria abitazione ormai bombardata, dorme placidamente in una grotta dove i mezzi di sostentamento sono ridotti a zero. Nel percorso espositivo c’è pure chi non può immaginare più, privato dell’infanzia e della vita. Lui è Mohammad Rizeq Salah colpito sulla spina dorsale, a tredici anni, il 22 Febbraio 2022, da un cecchino. Dopo aver perso una grande quantità di sangue, i soldati lo hanno svestito gettando il corpo dalla cima del muro di separazione. Il giorno seguente la salma è stata avvolta in un sacco di plastica, davanti agli occhi della famiglia che continua a riservargli un posto a tavola e ad aspettarlo di ritorno da scuola. La foto “Our friend Martyr” ritrae la classe di Mohammad, i suoi amichetti seduti ognuno dinnanzi al proprio banco; un posto in prima fila, solo apparentemente vuoto, è per lui. La mostra è una riflessione intensa sulla nuda, pura umanità che trascende ogni interesse politico, ogni nazionalismo, senza distinzione tra i figli della vita e quelli della morte. Il neonato espropriato dell’infanzia non è bambino al pari di una terra espropriata ai propri figli. La mostra è inserita nel programma delle iniziative svolte sotto Rome Art Week.