Open Studio Ingrid Elisabetta Gozzano

Trasmutazioni: sogni di colore, amorosa materia“L’arte mostra i propri materiali, e mostrandoli lascia scorgere energie invisibili che si dispongono lungo una traiettoria circolare, una linea che tradisce la conoscenza e il sapere”

Trasmutazioni: sogni di colore, amorosa materia “L’arte mostra i propri materiali, e mostrandoli lascia scorgere energie invisibili che si dispongono lungo una traiettoria circolare, una linea che tradisce la conoscenza e il sapere”, così scriveva Claudio Cerritelli nel testo intitolato Mitografie. Come tanti nella storia dell’arte, anche Ingrid Gozzano concepisce la superficie di un quadro come luogo di tradimento: della forma, dei materiali e dei loro concetti tradizionali. Sia nelle opere pittoriche che in quelle dove si affida unicamente alla forza fisica dei materiali, Ingrid Gozzano sembra evocare una realtà disancorata da qualsiasi citazione storico-artistica. È un inganno pensare di ricondurre la frammentarietà del segno e la pittoricità delle superfici ad un preciso movimento artistico, così come lo è cercare di trovare similitudini con questo o quell’artista, nella ricerca di materiali grezzi, poveri e di scarto, anche quando le assonanze sembrano puntuali, come nel caso dei quadri di stoffa tagliata e ricomposta su telai che tanto somigliano ad alcune opere di Salvatore Scarpitta. Tuttavia è opportuno sottolineare come i suoi lavori materici siano segnati da una forte volontà espressiva, persino emozionale, proprio come certe ricerche svolte nell’ambito dell’informale. Questa necessità di interrogare la forma, e prima ancora la consistenza della materia sembra mossa da un desiderio di appropriazione fisica: fare esperienza con i colori, le stoffe, vederle, toccarle e persino sentirne l’odore come fosse un atto preliminare per conoscere il loro rapporto con il mondo. Le tinte e i materiali, comunque vengono organizzati sulla tela, sono intrise di mute parvenze ed evocano una condizione sensoriale più complessa nella percezione dello spazio. Se nelle opere dipinte la polifonia dei timbri cromatrici avvolge lo spazio come campo di affioramenti ondulati e morbidi, nelle composizioni realizzate con le stoffe si avverte una costruzione più calcolata, affidata all’incastro di forme modulate su registri di pura geometria. Nei quadri realizzati con i tessuti, il fermento immaginativo si esprime nell’articolarsi dilatato degli orditi intrecciati in vari modi: leggeri, spessi, gestuali, pacati, disgregati, strutturati. Sovrapposizioni di tessuti colorati si snodano da un punto all’altro della superficie, esprimendo una figuralità astratta in grado di captare le energie disperse nel vuoto, le leggere sonorità sottostanti i ritmi segreti dei colori e delle trame. L’uso delle stoffe su superfici indifferentemente piccole e grandi, permette di fissare con finezza dei miracoli visivi e di farne pura poesia. Il pensiero della materia cresce all’interno di questi spazi di manipolazione, di rigore e fantasia, di immaginazione e passione. Si tratta di una concezione spaziale giocata sulla dislocazione di elementi presi dalla realtà vissuta e ricomposti in una logica nuova, asimmetrica, irregolare, ma in fondo stabile. Il possesso fisico della materia permette al lavoro di Ingrid Gozzano di riconoscere una propria continuità, di sognare la sua presenza tra la vita delle forme, in una durata che comprende passato e presente senza possibilità di sciogliere questi intimi legami di affinità. Rosanna Ruscio

Organizzatori

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