Open Studio Carlo Carfagni

Visita allo Studio Carlo Carfagni

Qui si riferisce lo stravagante nottambulismo di un uomo qualsiasi, allontanatosi dalla sua sede naturale, per andare incontro a qualcuno che lo aveva chiamato.

Era verso l'imbrunire di una giornata d'agosto, in un luogo stranamente aperto ed elevato. Di lì si dominava un vasto piano che s'allontanava indistinto nel vapore della calura, percorso da vie diverse, ogni tanto accidentate da rilievi coperti di bosco. In qualche punto c'erano Borghi e capanne isolate.

All'entrata della notte, dopo che il cielo nel fondo si era andato profilando col suo rosso infuocato, carico ancora in una velatura più tenue, non succedeva più nulla. Forse non sarebbe neppure imperversata la pioggia che le nuvole del giorno avevano minacciato.

La quiete generale non era più soltanto il principio di un riposo. Qualcosa era finito per non ricominciare più come prima.

Lo indicavano gli scarsi casolari lontani, che non s'illuminavano più con l'intermittente insistenza delle altre sere: spenti tutti nello stesso momento, con la fissità uguale dell'ultimo segno di animazione che avevano avuto. Lo indicava anche un soffio impercettibile di vento, qui assente, che dove ancora si poteva distinguere una parvenza di paesaggio noto faceva ondeggiare cime di piante appena appena, tanto da accennare debolmente quello che era lo spazio ormai inutilizzabile di ieri. Qui nel cielo fermo si attendeva una luna che non veniva mai, e l'ombra non aveva nulla da impoverire o disanimare, perché ogni cosa si era immobilizzata da sé.

Sarebbe stato impossibile indovinare che cosa c'era più in là e se una via qualunque, domani schiarita da un'altra luce, proseguisse in una direzione presunta, oltre la natura conosciuta.

 

MEPHISTO – Vittorio Campanella

Organizzatori

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