Open Studio EPVS

Openstudio e finissagge della mostra personale Energie2 dell'artista EPVS sound Sebastian Vimercati cura Guglielmo Gigliotti e testo Ludovica Palmieri

L’arte che racconta la vita

 

di Guglielmo Gigliotti

 

 

Importante; tutto l’ambiente installativo sarà riempito dal sound di Sebastian Vimercati. Un sound che ci riporta al pulsare vitale. Forse come lui 25 anni fa sentiva nella mia pancia mentre si faceva la mostra Energie.

 

 

L’arte racconta la vita, traducendola in immagini simboliche della sua essenza. In fondo, l’arte è nata proprio per questo: mandare sonde in profondità, per intercettare le dinamiche fondamentali della vita, e così capirla meglio. Così è stato per EPVS, che sulla nave dell’arte ci è salita trenta anni fa, per affrontare meglio il mare della vita, tra bonacce e tempeste. Il racconto dell’arte non è però composto da parole, ma da suggestioni, intuizioni, astrazioni. Nel ciclo di piccole tele monocrome e lievemente trascoloranti, lo spazio della pittura si fa silente e assoluto, svuotato di tutto eccetto che dell’energia sottile e segreta di tutte le cose, come un soffio impalpabile, come se il colore assumesse la sostanza dell’aria. Una linea centrale verticale, marcata da un nastro argentato, crea una divisione, manifestando il suo valore di metafora. È un limite posto all’interno della grande unità dell’essere, un segno che interrompe con grazia la compattezza della superficie, suddividendola in due parti, lievi come ali. Ecco che la pittura si fa allegoria di un volo squisitamente mentale. 

Per i 30 anni di attività artistica, e i 60 di vita, Elena Panarella Vimercati Sanseverino, in arte EPVS, ha concepito un percorso installativo che parte proprio dai piccoli monocromi con striscia argentata. In un ambiente rettangolare, il viaggio del visitatore è guidato da grandi lastre trasparenti di plexiglas colorato. È un tragitto nella luce colorata, un incedere in uno spazio che il fruitore è invitato a riempire con la sua presenza fisica e mentale, con i sensi e con i pensieri, ma soprattutto con lo sguardo. Guardando davanti a sé, in una svolta del percorso, che sembra ondeggiare come tra le curve della vita, gli capiterà di incontrare grandi dittici monocromi, splendenti di riflessi, dovuti al plexiglas su cui è stato stampato una fotografia monocromatica. 

Lievissime sono, qui, le sfumature dei colori dominanti. I mutamenti quasi impercettibili del piano cromatico sono un invito a rallentare il cammino e il pensiero, e a meditare sulla profondità che contiene la superficie. In queste opere non c’è la forma delle cose reali, perché c’è il loro respiro. Queste preziose superfici, infatti, non illustrano ciò che si vede degli oggetti, ma ciò che si sente, nel senso tedesco di «fühlen». L’anima delle cose non ha la forma delle cose, l’anima è astratta. Ma cos’è l’astratto, cos’è il figurativo? Il cielo azzurro è astratto o figurativo? Esistono risposte a domande consimili?

Immaginiamo allora come tante ipotesi di cieli (interiori) le lastre monocrome di EPVS, e cieli trasparenti le tavole in plexiglas sospese verticalmente al soffitto, concepite per determinare il percorso del visitatore, e per colorare l’aria che egli attraversa. Al termine del percorso… c’è l’origine. L’origine del viaggio artistico di EPVS, ovvero il suo primo catalogo (con introduzione critica di chi sta scrivendo questo testo), per una mostra della primavera 2000, esattamente 25 anni fa, 25 anni di arte e di vita. Il suo titolo è «Energie». Quindi, 25 anni di energie. Cos’è l’arte, se non un’energia? E così, ce lo insegna la fisica, è anche la vita. Le energie non si addormentano quanto interviene la malattia. Le energie non sono di segno positivo o negativo: esse sono flusso senza contrassegno. È per questo che, accanto al predetto catalogo di mostra di un quarto di secolo fa, al termine del tragitto tra i colori, figura anche un libro d’arte che raccoglie l’avventura di Elena nella malattia e nella cura. Sono una sequela fitta di fotografie, che dall’orizzonte ospedaliero passa a quello vacanziero, per raccontare una stagione difficile, fecondata dall’energia anche degli altri: amici, parenti, sodali, sono tutti ricordati in questo omaggio generale alla vita, che mai come in questo momento della vita di Elena Panarella Vimercati Sanseverino in arte EPVS, si è manifestata in una rete salda e composita di relazioni tra le persone e tra le cose.

Una rete infinita, che comprende anche il figlio Sebastian: suo il sound che risuonerà nell’ambiente concepito dalla madre per questa occasione espositiva, di energie al quadrato.

 

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