Pietro Freddi, nel suo lavoro Confini, esplora il dramma umano attraverso dati, testimonianze e ritmo visivo-sonoro. Con il video Mappa delle Perdite restituisce la dimensione collettiva e sistemica della migrazione attraverso numeri e geografia; con il video Voci Sovrapposte rivela la profondità delle esperienze individuali, trasformate in materia visiva e temporale.
Mappa delle Perdite è la mappa del mondo che si anima progressivamente, indicando i luoghi dove, dal 2014 al 2025, migliaia di migranti hanno perso la vita nel tentativo di attraversare confini geografici e politici: il Mediterraneo, il confine tra Messico e Stati Uniti, il deserto del Sahara, il Golfo del Bengala e altri ancora.
Ogni punto segnato è accompagnato da una scheda che restituisce i dati dell’incidente: data, luogo, numero di vittime, provenienza, destinazione. L’installazione costruisce un archivio visivo della tragedia migratoria, una geografia del silenzio che cresce nel tempo.
Un accompagnamento sonoro minimale funge da metronomo visivo: scandisce il passare del tempo e la progressiva comparsa dei dati sulla mappa, accentuando l’aspetto inesorabile e ripetitivo della cronaca.
Voci Sovrapposte raccoglie le testimonianze dei migranti sopravvissuti. Le frasi appaiono sullo schermo e ripetute più volte in posizioni casuali, fino a formare blocchi visivi, quadri astratti composti da parole sovrapposte.
Il risultato è una stratificazione di memorie che perdono individualità per fondersi in una presenza collettiva, densa e visivamente potente.
Il suono minimale non accompagna ma struttura: scandisce la comparsa e la reiterazione delle parole, guidando il ritmo con cui il quadro si forma e si espande, come un respiro meccanico o un battito regolare.