Con la tecnica dello strappo, del collage e del cartonnage, Maurizio Prenna si mette alla prova con il simbolo per eccellenza dell'arte pittorica attraverso i secoli, il fiore, e lo fa non rinunciando ad un richiamo naturalistico, ma rienterpretandolo grazie a combinazioni materiche. Il cartone è il materiale di base che viene strappato e incollato per dar vita a una forma floreale vicina alla realtà ed è esaltata dal colore che rimanda alle sfumature naturali. I fiori, soggetto di ogni composizione, emergono quindi dalla frammentazione del cartone, che nelle mani dell'artista viene ricomposto in un mosaico cromatico ricco di texture e stratificazioni. Ogni taglio e lacerazione sono parte di una narrazione visiva che esplora la dualità tra la fine e il nuovo inizio, tra il caos e l'armonia. Le opere evocano i gesti fluidi e spontanei dell'impressionismo, rienterpretando il tema floreale attraverso una lente contemporanea. La tecnica utilizzata diventa così una metafora potente. Il cartone, simbolo di fragilità e transitorietà, è distrutto per essere riassemblato in una nuova struttura, creando una simbiosi tra forza e delicatezza. E non suoni improprio il richiamo baudelairiano del titolo, poiché di fiori si tratta ma proprio nell'allusione alla sua raccolta di poesie. Il titolo allude, infatti, con la parola fiori alla bellezza che solo l'arte sa realizzare; la parola male al degrado e alla volgarità della società contemporanea. E Mau, Maurizio Prenna, forse anche per questo che ha scelto di misurarsi con i petali, pistilli e gambi, poiché anche per lui nella corruzione del mondo contemporaneo solo l'arte, come la natura, è in grado di produrre bellezza.