Emanuele Malassisi Fragments | 20 Ott-26 Dic 2025 | Rome Art Week

Emanuele Malassisi Fragments

Mostra di opere su cartone e su tavola, ritratti in chiave onirica e surreale, la figura è al centro dell'attività dell'artista

Emanuele Malassisi

Fragments

 

Emanuele Malassisi nasce geniale, artista che si forma e si educa al perfezionamento della propria tecnica. L’artista è, evidentemente, un amante dei volti e delle figure, esattamente come lo era Van Gogh; egli ha anche in comune con il grande artista olandese l’attaccamento alla realtà naturale, attraverso la sua arte Emanuele vuole comunicare con i suoi simili in modo semplice e diretto, inserendosi in un linguaggio da tutti comprensibile e fruibile. Ma il suo istinto e la sua intuizione lo sospingono in un universo elevato, straniante e inavvertitamente, ma anche consapevolmente, penetra il mistero della vita e della morte. Il gioco è raffinato e sottile. Non vi è alcun dubbio che l’uomo Malassisi cammina in equilibrio sulla corda del funambolo, sospeso tra il mondo concreto e l’altra dimensione che è uno specchiarsi, rifrangersi e frantumarsi della realtà. Precisamente, nello sconfinamento tra le due esistenze si giunge a percepire la verità e la sacralità della vita nel suo mistero che diventa tangibile e contundente. La mente dell’artista si schiude e lascia che le potenze invisibili tocchino le nostre vite: avviene così l’incantesimo della grande arte. L’amore per la Natura e la sua ricerca ossessiva, quale possibile unica piacevole e confortante certezza, animano le opere del magnifico artista; le foreste sembrano possedere i volti che si sfaldano lentamente nella fluttuante identità, un turbinio di correnti d’aria attraversa un altro volto che diviene ancora più forte nel suo sfocarsi: l’identità resiste all’attacco dell’incertezza e dell’instabilità grazie a una disciplina e a un metodo impeccabili e di acciaio. Una sedia vuota, nell’autoritratto, si riflette in una pozzanghera dove appare per prodigio l’ombra di un uomo seduto di cui si manifestano dettagliatamente solo le mani, strumenti instancabili della creatività e mi viene in mente la dichiarazione di Van Gogh sul suo amore instancabile e tenace, nonostante la minaccia della schizofrenia,  per la vita e per l’arte. Nel cinema espressionista tedesco l’inquadratura della pozzanghera o di uno specchio era utilizzata per rivelare un’azione segreta che doveva essere svelata o un’identità nascosta che doveva venire alla luce: Emanuele, seguendo tale modalità nel suo autoritratto, ci consegna l’impronta del suo essere, l’orma dalla quale risalire al suo io profondo. Il dialogo che Malassisi intreccia con la morte e con il dissolvimento della persona quale attore protagonista, padrone della sua vita, è costante e segna tutto il suo percorso artistico: lo scheletro che guarda fissamente la rosa, quasi in una silenziosa conversazione, la cui bellezza è destinata a sfiorire, ne è un sublime esempio, trattasi a tutti gli effetti di un memento mori in chiave di illustrazione magistrale contemporanea. L’artista giunge anche a una ferma volontà di mimetismo con il mondo animale: una donna si trasforma in un bellissimo pavone, mentre un’altra in un Dobermann, come se l’altra identità o lo spirito totemico volesse far sentire la sua voce. Non è un mistero, per i privilegiati frequentanti il Malassisi, che egli viva in una casa in piena sintonia e affinità con il regno animale. Oggi l’unica autentica possibilità di salvezza riservata all’uomo sensibile per sfuggire agli attacchi di una società gelida e indifferente è il mimetizzarsi nella natura, la dimora delle nostre origini. Emanuele non può essere letto e interpretato per una singola opera, ognuna di queste va a costituire un racconto per immagini che testimonia la potenza e l’energia dell’insieme; in questo egli è autenticamente illustratore. Ogni immagine è la tessera magica di un immenso mosaico sacro, e proprio una sua “illustrazione” raffigura una persona di cui non si percepiscono chiaramente forma ed espressione poiché è costituita da tante minute tessere. Dentro l’artista alberga un sentimento religioso della vita, alla ricerca di un affratellamento universale di individui, popoli e culture, che si propone di edificare un’interminabile galleria di volti in un immaginifico e riflessivo tempio della fede in un mondo migliore.

Giuseppe Ussani d’Escobar                                                                                   

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