In occasione della quinta edizione della Rome Art Week, giovedì 1° ottobre 2020 alle ore 18.00 verrà inaugurata presso la Galleria La Nica la mostra RISERVA DI CACCIA, personale dell'artista Luisa Turuani.
RISERVA DI CACCIA, che vedrà esposte 7 opere tra installazioni e video, vuole riflettere sul rapporto tra il fruitore e il quotidiano, “[…] dimensione caratterizzata da precarietà e leggerezza, ironia e dramma” (Luisa Turuani), suggerendo nuove modalità di lettura e interazione. Così come il quotidiano, le opere dell’artista sembrano continuamente sfuggire alla percezione dell’osservatore per subire una costante trasformazione, costringendo lo spettatore ad immedesimarsi con l’opera e ad infondergli sempre nuova vita e nuovi significati.
L’artista milanese, alla sua prima esposizione a Roma presso la nostra sede, è tra i vincitori del Premio AccadeMibact. Il premio, promosso da MiBACT in collaborazione con Fondazione La Quadriennale di Roma, permette all’artista di partecipare alla mostra collettiva Domani Qui Oggi, evento collaterale della Quadriennale di Roma 2020.
Da bambini correvamo a contare i vagoni dei treni che scorrevano nell’ampia valle davanti a casa, al di là del fiume. Come un film, ma molto lento, conteggiavamo i frame di un’immagine che si componeva lì davanti ai nostri occhi. Uno, due, tre, … e quando raramente si arrivava a più di dieci, con grande stupore per un attimo non vedevamo l’inizio, ma non ancora la fine, solamente l’infinito corpo di un lombricone dove il capo e la coda, come in un teatro, rimanevano a destra e a sinistra del sipario. Si trattava di pochi istanti, così pochi che alcuni potrebbero pensare a un’illusione o a un miraggio; eppure ancora oggi rivivo quel breve ma intenso attimo come il preludio della totalità, la possibilità che miracolosamente nel tempo accada l’eternità.
Taglia. Incolla. Sposta. Accorcia. Allarga. Pulisci.A prima vista sembrano i fondamenti di un carpentiere e un falegname, di chiunque abbia le mani in pasta così tanto da far sì che non sia la materia ad essere lavorata, ma le mani stesse, col tempo più ruvide e taglienti. Sono queste le mani che darebbero filo da torcere a qualsiasi chiromante se da sole non parlassero già da sé, timide e introverse ma anche testi a cielo aperto. Sì, a prima vista tali azioni potrebbero essere dette solo da queste mani poderose e stanche, eppure da lontano sento anche il sussurro di mani diverse, forse più schive e tenebrose, ma pronte ad accecarsi davanti a uno schermo pur di raggiungere il perfetto equilibrio tra file, mani che non si sporcano ma che conoscono il temibile peso di un secondo. Tra di loro si accendono spesso litigi feroci, si alzano urla e volano coltelli, non si parlano per giorni finché la tristezza della loro solitudine non le porta a cercarsi di nuovo, ancora e ancora.
Luisa TuruaniMilano, 28.05.2020