Innocenzo Odescalchi, nato a Roma il 17 Maggio 1956, dove vive e lavora.
Sorvolando i grandi quadri di Odescalchi si percepisce una nuova strategia pittorica nelle poetiche dell’astrazione.La sua è un’esplorazione astronautica del buio cosmico, quale sfida al nulla che dispettosamente nasconde dell’altro niente all’interno delle distanze disabitate dell’invisibile.Queste tele si configurano come mappe dell’universografia a fisarmonica, che si espande e si contrae secondo il punto di vista delle teorie che musicano i cieli.È originale che le opere di Odescalchi si avvalgano di spunti inventivi tratti dai profeti di catastrofi, tali sono i guru della statistica cosmica.Brillano le vampe dei grossi calibri numerici del tempo,che sparano sul nulla della storia proiettili come “secoli” e “millenni”. Dietro gli scudi degli stemmi,mummie di chimere arrugginite dalle scadenze.Cigolano i congegni dei giocattoli che le tengono prigioniere, tiranni di molte infanzie. Un campo di battaglia postbellico, cosparso di bestiari terrestri e volanti; armamenti simbolici ora mansueti. Sfilano sagome animali che un tempo furono chimere, transitano da un quadro all’altro, quando non ne coniugano due come cerniere.
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