. CENNI BIOGRAFICI ED ARTISTICI Mi chiamo Edoardo Gaudieri, nasco il 31/05/1986 a L'Aquila dove, in seguito al diploma di "Maturità professionale in decorazione pittorica" conseguito presso l'Istituto d'Arte "F.Muzi"(2005), mi iscrivo alla scuola di Scenografia presso l'Accademia di Belle Arti dell'Aquila, dove ottengo il "Diploma accademico di secondo livello in Arti visive e discipline dello spettacolo" con una tesi sul riuso degli stabili urbani abbandonati dal titolo “Rigenerazione urbana e pratiche di riuso: da luogo dismesso a teatro” (2017).
Da sempre appassionato di arte contemporanea e pittura, accompagno alla mia vita di tecnico in teatro e scenografo (sia a livello di progettazione che di costruzione tecnica e decorazione) sperimentazioni sulla video-arte e sulla pittura, cercando di fondere le tecniche apprese nella pratica di pittura scenografica con le normali pratiche di pittura "in studio". I miei lavori di video-arte e sperimentazione musicale (visionabili sul blog http://lowfiles.wordpress.com) sono incentrati sul rapporto tra uomo e macchina, e sfociano in una ricerca audio e video sul noise, sul low-fi e sul glitch, nella direzione di un estetica “imperfetta” dove la manipolazione di differenti formati, software, riprese video e found-footage, vanno a formare un costante work in progress sperimentale. Il lato dedicato prevalentemente alla pittura si concentra su una sperimentazione a cavallo tra le tecniche di pittura scenografica (dripping, uso di elementi materici ecc...) ed un lato concettuale presente principalmente nei titoli delle opere o in parole inserite all'interno delle stesse, dove si va a spostare o ad ampliare il senso altrimenti univoco del manufatto in sé (le opere sono pubblicate in progress all'indirizzo web https://detoune.tumblr.com/). Principale tema di ricerca sono i paesaggi urbani contemporanei, dai quali estraggo alcuni elementi (capannoni industriali, grattacieli ed altri elementi architettonici), che, isolati dal contesto, vanno a creare un nuovo tipo di paesaggio (che mi piace definire "paesaggio chiuso") in cui metto in discussione e rielaboro le loro forme plastiche.
CENNI SUI "PAESAGGI CHIUSI"
Volendo brevemente introdurre questa piccola ed acerba serie di quadri a cui sto lavorando, c'è un immagine che mi ritorna spesso ed a cui mi riferisco mentalmente come spunto iniziale di questo lavoro in corso.
Si tratta di un capannone, spuntato dal nulla della notte, qualche tempo fa. Stavo lavorando, ed eravamo nel mezzo di uno spostamento notturno nel nord Italia. Dove, non lo sapevamo neanche noi; unici segni di vita il navigatore satellitare ed i fari della macchina.
La stradina rarefatta e scomoda che stavamo percorrendo si aprì all'improvviso in una larga rotonda, che faceva da raccordo con altre strade.
Ognuna di esse sembrava portare da nessuna parte, tranne una, alla fine della quale un enorme edificio bianco copriva lo scarno orizzonte notturno. Sembrava, ai miei occhi distrutti da ore di lavoro e viaggio, non finire mai, e non ricordo il momento esatto in cui ho staccato lo sguardo da quella vista.
Si trattava del centro di smistamento di Amazon in provincia di Piacenza, uno dei più grandi d'Europa.
Quella fugace ma insistita visione sembrava poter condensare in un solo elemento tante delle contraddizioni e dei punti di conflitto della società che mi vedo muovere intorno.
A partire da un unico solido geometrico, si aprivano possibilità di un discorso più vasto, in cui far confluire incompleti ragionamenti spaziali, sociali, plastici.
Qualche tempo dopo ho cominciato ad improntare questa serie, che non ha una forma definita, in cui cerco di interrogare e rielaborare alcune delle forme dell'urbano.
Un urbano "non visto": nessuno dei palazzi o degli edifici dipinti ha un riferimento diretto nella realtà, ed i grattacieli e gli edifici rappresentati sono più figli della Neo-Tokyo di "Akira" (Katsuhiro Otomo, 1988) che di un viaggio a Berlino.
Nella visione di partenza si muovevano infatti fantasmi di realtà immaginate, che collassavano su un presente immobile, sulla quale tela si muovono a volte parole, ampliamenti tramite giochi mentali di realtà circoscritte nel quadro.
Provo in questi lavori a rielaborare questi spunti.
Ultime esposizioni ed allestimenti:
20-21-22 SETTEMBRE 2020-collaborazione alla mostra "L'estate sta finendo" di Piotr Hanzelewicz e Matteo Ludovico-presso VarcoLabile, Via G. Verdi, 6 67100 L’Aquila (AQ)
9 SETTEMBRE/9 OTTOBRE 2020: personale di pittura "PAESAGGI CHIUSI", presso i locali del "Le Petit Clos"-Piazza Regina Margherita 1/A-L'Aquila
4/15 LUGLIO 2020: mostra collettiva d'Arte Contemporanea "CONTATTO"-Museo Nino Cordio-Santa Ninfa (TP)-partecipazione con l'opera "IERI"
FEBBRAIO 2020: progettazione, allestimento e decorazione pittoricadella mostra: "Realtà aumentata: l'arte di Amleto Cencioni", per conto dell' Istituto Cinematografico dell'Aquila "La Lanterna Magica", presso i locali del "Complesso Ursini", L'Aquila.
10-16 FEBBRAIO 2020: "One-Off Moving Image festival 2020”Partecipazione con le opere-video "about:blank" e "random by car" . Video esibiti in spazi pubblici a Valencia (Spagna), Gol (Norvegia) e sulla rete durante la durata del festival.
NOVEMBRE 2019-MARZO 2020: mostra collettiva on-line "Very Large Works", nell'ambito della "Wrong Biennale" .Partecipazione con l'opera collaborativa in progress "The Alphabeth"
7-22 DICEMBRE 2019: mostra collettiva "Premio Sharky -Frammenti in forma di visione, L’Aquila città ideale”, presso la Sharky Art Gallery, L'Aquila.Partecipazione con l'opera "SELF/ABUSE"
15-17 NOVEMBRE 2019: mostra collettiva "#Contemporary (Rome) Art (VOL.1) II edizione", a cura di Ilaria Giacobbi, presso il Palazzo Velli Expo, Roma. Partecipazione con l'opera "OFF"
20-26 OTTOBRE 2019: mostra collettiva "Selezione Biennale di Roma in Piemonte", presso il Castello di Cavagliano, Bellinzago Novarese (NO). Partecipazione con l'opera "Meltdown"