Giovanni M. Slaviero è un architetto e artista incisore italo-francese, la cui formazione e visione si nutrono di una doppia appartenenza culturale e di un percorso cosmopolita. Nato a Roma, città che incarna la stratificazione storica e la potenza simbolica dell’architettura occidentale, cresce in un ambiente internazionale che lo espone fin da giovane alla pluralità delle lingue, delle estetiche e delle idee. Il contesto romano, intriso di Rinascimento e Barocco, diventa il primo terreno fertile per la sua sensibilità artistica, che si sviluppa in dialogo costante con i luoghi e la forma.
Si trasferisce a Parigi dopo la maturità per intraprendere studi umanistici in hipokhâgne. Vivrà nella Ville lumière per circa 15 anni. Qui si forma come architetto, approfondendo il rapporto tra spazio, struttura e percezione, e maturando una visione che integra il rigore tecnico con l’apertura alla sperimentazione. La capitale francese, con la sua vivacità intellettuale e il suo patrimonio architettonico, diventa per Slaviero un laboratorio di idee.
Viaggiatore curioso e instancabile, ha visitato numerosi paesi. Ogni viaggio rappresenta per lui un’occasione di scoperta e di confronto con le forme attraverso cui le culture si esprimono: l’arte, l’architettura, la spiritualità, la ritualità, il paesaggio. Queste esperienze alimentano un temperamento aperto e riflessivo, attento alle differenze e alle risonanze tra i linguaggi visivi.
In ambito professionale, Slaviero si è dedicato all’architettura computazionale, lavorando come assistente di progettazione, modellatore 3D e grafico. Tuttavia, è nel contesto della ricerca artistica che avviene una svolta decisiva: l’incontro con una stamperia d'arte, luogo di lavoro di Renzo Vespignani e di altri artisti illustri, situata nel centro storico di Roma, lo introduce al mondo dell’incisione tradizionale. Affascinato dalla forza espressiva e dalla fisicità del segno inciso, decide di dedicarsi con passione a questa pratica, che gli consente di coniugare tecnica, pensiero e intuizione.
Il suo stile si caratterizza per una commistione tra figurativo e astratto, in cui il segno diventa veicolo di narrazione, riflessione e memoria. Le sue opere affrontano temi legati all’attualità e alla condizione umana, come la missione Rosetta dell’Agenzia Spaziale Europea (incisione pubblicata dall’ESA), gli attacchi terroristici contro Charlie Hebdo, le migrazioni causate dai conflitti con l’ISIS, la guerra in Ucraina, i fuochi d’artificio della Festa del Redentore a Venezia. Accanto a queste narrazioni, Slaviero realizza anche incisioni più intime e visionarie, lasciandosi guidare da pensieri liberi, intuizioni poetiche e ispirazioni spontanee, in un esercizio di libertà creativa e stilistica.
La sua formazione architettonica continua a influenzare il suo lavoro artistico, in particolare nella ricerca del dialogo tra elementi naturali e strutture costruite. Slaviero è interessato al genius loci, ovvero allo spirito dei luoghi, che cerca di cogliere e reinterpretare attraverso il segno inciso. Roma, Parigi e le città visitate diventano così paesaggi interiori, spazi di contemplazione e di trasformazione.
Il suo lavoro si pone come ponte tra architettura e incisione, tra memoria e attualità, tra forma e pensiero.
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