Massimiliano Santoleri
Dati e contatti

Io cammino. Mi piace definirmi walking artist. Dal 2011 considero il camminare, il mettere un piede dopo l’altro su un territorio, l’attraversarlo, il percorrere una linea con i passi, un vero e proprio gesto artistico. Ancora oggi, durante ogni cammino raccolgo immagini, faccio disegni e annoto sensazioni. La prima parte della mia giornata artistica è un cammino attraverso un paesaggio che mi stimola. Successivamente, in studio, elaboro quanto raccolto. Possono passare poche ore o diversi anni, ma il culmine di questo processo è la restituzione di linee e colori. Traccio queste linee con la matita, con l’inchiostro, con il pennello, con un filo di ferro cotto, con una lamina di alluminio martellata o con la punta del bulino. Talvolta disegno queste linee con i passi, sulla neve o sull’erba coperta di brina, sulla superficie gelata di un lago di montagna o sul fango del fiume… cambia non molto. Ciò che parla sono le linee inseguite con lo sguardo e con la mano, con il passo o con il respiro durante una salita.

Sono nato ai piedi della Majella, a Guardiagrele in Abruzzo. Dopo tanti anni, ancora oggi, il territorio che mi ha visto nascere è fonte inesauribile d’ispirazione e l’attraversarlo camminando è il cuore del mio lavoro artistico. Alterno da molti anni soggiorni in Abruzzo, nel cuore della Majella, a periodi di riflessione ed elaborazione delle emozioni raccolte, al centro della città. Ho vissuto per diversi anni a Parma, a New York e per brevi periodi in Svizzera e a Praga, e adesso sono tornato al centro di Roma, la mia sede universitaria, dove ho un piccolo studio nel cuore dell’antica città imperiale.

I lavori che realizzo da tempo sono tele di medie e grandi dimensioni che rappresentano angoli di foreste solitarie, linee verticali ripetute, oppure catene di colli che si succedono all’orizzonte, linee orizzontali che dialogano con il cielo; negli ultimi tempi dedico molta attenzione ai massi erratici, trascinati a valle da antichi giacciai scomparsi, scesi dalla montagna in cerca di un nuovo equilibrio, forme tondeggianti e femminili che riposano in attesa di una prossima glaciazione, letti attraverso la realizzazione di strutture metalliche in ferro cotto, carte e lana.

Le mie tecniche preferite sono l’acrilico e la matita su tela, l’acquaforte, la puntasecca, le installazioni realizzate in metallo e altri materiali riciclati con cui rappresento linee lette camminando che riecheggiano nel profondo del mio io ad ogni passo.


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