L'Altro Volto dell'Arte


Arte è da sempre un messaggio. Che sia tela, collage, scultura, affresco, architettura, teatro, musica, parola, oggetto, l’arte ha sempre avuto il diritto e il dovere di comunicare. Osservando un’opera veniamo attratti, sconvolti, incuriositi, affascinati. Cosa c’è di quell’arte in noi? Come in uno specchio guardiamo noi stessi. Non ci eravamo mai visti così. Proust sostiene: “Ogni lettore quando legge, legge se stesso, l’opera dello scrittore è soltanto uno strumento ottico offerto al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso”. La storia dell’arte passa per innumerevoli stadi e sempre è stata oggetto di sguardo, indagine, dibattito. Se quel dibattito fosse anche interiore? Perché l’altro volto dell’arte nient’altro è che l’osservatore, così prezioso, inestimabile critico, fruitore dell’opera e allo stesso tempo chiave di volta dell’interpretazione della stessa. Nella presente esposizione l’artista offre all’osservatore forme semplici quanto evocative. Una primordiale simmetria indica, come una freccia, la strada da attraversare per arrivare attraverso mondi embrionali alla forma dell’animale. L’uomo assume il ruolo di architetto creatore dello spazio che partecipa alla sua-non sua stessa creazione. Il mito indiano degli Avatara è una chiave interpretativa potente, il Luz è seme del linguaggio.

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