Strutture 2009/2023. Open studio di Francesco Campese

Open studio di Francesco Campese


In occasione della Rome Art Week 2023, Francesco Campese ha deciso di aprire le porte del suo studio, Spazio Urano, mostrando ai visitatori una serie di lavori realizzati in differenti anni di attività, ma accomunati dal medesimo interesse per le strutture architettoniche e il loro inserimento nello spazio.

I lavori realizzati tra il 2009 e il 2013 si distinguono per l’originalità della rappresentazione del contesto urbano: scorci di edifici, strutture che si alzano verso il cielo, viste dall’alto o dal basso, inquadrature da destra o da sinistra, e il volto della città che velocemente muta ma continua a dialogare con la sua storia. All’inizio Campese ha indagato la realtà circostante meditando sull’incidenza della luce sulle strutture in tutte le sue variabili, successivamente la sua ricerca è progredita oltre la dimensione reale.

In una cospicua serie di lavori successivi, realizzati tra il 2013-2015, l’artista ha elaborato misteriose strutture architettoniche dal sapore antico, quinte teatrali senza attori, che rievocano l’insegnamento dei Maestri del Trecento e del Quattrocento, le leggi della prospettiva rinascimentale e le atmosfere sospese della Metafisica e del Realismo magico.

Dopo lo studio dei Maestri e la realizzazione di opere incentrate sul tema del paesaggio, Campese è ritornato sul tema delle strutture. Nei recenti lavori da una parte ha conservato lo stile asciutto e ritmato delle opere iniziali, dall’altra ha acquisito una maggiore consapevolezza plastica delle forme geometriche, che vengono inquadrate in soluzioni di volta in volta sempre più ardite, spesso sospese e avvolte da un’atmosfera metafisica.

Come afferma l’artista, «nelle opere più recenti l'intento è quello di uscire fuori dalla rappresentazione della città, quindi dalle strutture urbane, e di afferrare qualcosa che si avvicina al "divino", prendendo spunto da misteriose strutture antiche, come le piramidi, i monoliti, la porta del sole. Indagare appunto il mistero: è quello che cerco di trasmettere allo spettatore».

In alcune tele del 2023, soprattutto in quelle di piccole dimensioni, le strutture sembrano addirittura voler balzare fuori dallo spazio prospettico per procedere incontro allo spettatore, ipotizzando quasi una futura evoluzione delle “Strutture” di Francesco Campese verso l’esplorazione delle profondità della modellazione 3D.

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