Lou Duca

Dati e contatti

ou Duca nasce a Milazzo, in provincia di Messina, nel 1983. Da sempre appassionato di arti applicate, consegue la maturità in Oreficeria presso l’Istituto d’Arte della sua città e si trasferisce a Roma per frequentare l’Accademia di Belle Arti e laurearsi con lode.
Nella capitale, dove attualmente vive, inizia a lavorare in ambito scenografico, realizzando allestimenti per i più importanti teatri di musica lirica del mondo acquisendo quelle competenze tecniche che lo porteranno a realizzare, negli anni successivi, diverse opere liriche.
Unendo oreficeria, scenografia, pittura e scultura, Duca contesta la divisione tra la sfera della memoria e quella dell’esperienza, e lo fa traendo dalla più eclettica tradizione e dalla memoria dell’arte per portarla nella cruda realtà del quotidiano. Riesce a trasmettere la propria poetica e il proprio pensiero attraverso l’utilizzo di tecniche artistiche molto diverse tra loro quali la scultura, il décollage e la video-installazione. La sua produzione rimanda a testi, opere e architetture di matrice classica.
Nel 2020 è stato selezionato tra i cinque artisti vincitori del Best N.I.C.E. Prize, assegnato ogni anno dalla Direzione Artistica di Paratissima agli artisti che maggiormente si sono distinti all’interno delle mostre curate N.I.C.E.
È del 2020 anche la sua prima personale, I have no sense, presso la Sacripante Gallery di Roma, a cura di Cristian Pandolfino. Partecipa ad altri eventi e mostre collettive come Siderare, presso Fondazione Volume a Roma, nel 2015, Piccolo formato, presso Berardicurti Gallery a Roma, nel 2019, e Cartelloni, l’arte si fa per strada, a Piacenza nel 2021.
Le ultime personali sono a Roma presso la Galleria Triphe (2022) e NOA (2023).
La ricerca artistica di Duca vuole dimostrare come la vita possa estendersi oltre i propri limiti e confini soggettivi, racconta gli effetti dell’interazione culturale globale a partire dell’ultima metà del ventesimo secolo, e lo fa con l’utilizzo di materiali resilienti che rispondono direttamente all’ambiente circostante. Attraverso una commistione tra meditazione personale e rilancio della tradizione, trascina lo spettatore in un mondo alternativo, dove la continua perdita di equilibrio dettata dal movimento, si cristallizza in frame capaci di catturare il dramma umano nella sua eterna bellezza.

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