Francesco Patanè

Dati e contatti

La ricerca della perfezione nell’imperfezione, il contrasto di corpi e figure appena abbozzate che sembrano
emergere dalla juta, la forza materica dell’asfalto, l’uso di materiali inconsueti e non convenzionali, queste
sono le caratteristiche pittoriche di Francesco Patanè.
L’artista da sempre gioca sull’imperfezione, per far emergere la vera natura del soggetto raffigurato, la sua
essenza profonda, il suo “io” nascosto, la sensibilità del singolo individuo a prescindere dall’aspetto fisico, il
suo slogan infatti è: imperfection is beauty.
La sua arte è volta al recupero di un ideale primordiale di raffigurazione e il suo incentrarsi sui corpi o sui visi
della gente comune è legato alla predilezione per le imperfezioni estetiche che, a suo avviso, sono la parte
più affascinante ed enigmatica di ogni singolo individuo, la perfezione è nell’essere non nell’apparire.
Secondo Patanè l’arte deve riprodurre, evocare ed emozionare l’osservatore ma, cosa più importante, è
nell’artista che l’opera d’arte deve riuscire a trasmettere quell’emozione.
Un figurativo riflessivo, ama definire il suo stile l’artista, poiché ad ispirare il suo immaginario più che soggetti
definiti e armonici sono bozze di “persone”. Non semplici corpi, dunque, ma persone.
In contrapposizione alla “imperfezione” delle persone riprodotte, l’artista ha una minuziosa cura nella
lavorazione dei materiali utilizzati, che lo portano ad iniziare addirittura dal telaio di legno sul quale sarà
fissata l’opera, per poi passare alla lavorazione del sacco di juta, nel quale crea un’imprimitura con colla e
acrilico e, alla fine, una volta asciugato il tutto, delinea il personaggio da riportare su tela. Successivamente
procede con la colatura di asfalto catramoso per giungere alla realizzazione finale dell’opera.
Nelle opere di Francesco Patanè si può intravedere un accenno solo iniziale all’astrattismo, che poi,
attraverso la sovrapposizione dei materiali utilizzati, produce, quasi per magia, attraverso linee disordinante
e colate di asfalto, figure e corpi umani, nei quali si può intravedere la sua primaria fonte di ispirazione, la
genialità e il neoespressionismo di Jean Michel Basquiat.
Artista passionale, che attinge le sue peculiarità artistiche e caratteriali dalle sue origini siciliane, personalità
schietta e sincera che ama di gran lunga l’incontro diretto con il suo pubblico perché, come lui stesso dichiara,
ciò che conta è emozionare ed emozionarsi, regalando spesso, al pubblico presente, l’esperienza impagabile
della performance dal vivo, con live painting estemporanei.

Francesco Patanè, romano, classe 1986, si forma al “Corso di paesaggistica” presso la Facoltà di
Architettura Ludovico Quaroni de La Sapienza, ma ben presto sviluppa uno stile originale che lo porta,
piuttosto che a progettare, a dipingere, discostandosi nettamente dalle tecniche pittoriche consuete.
La sua passione per l’arte inizia tra le mura domestiche, dove la creatività è di casa, lo zio era un pittore e uno
scultore, la madre una disegnatrice, stilista e gli ha trasmesso sin da subito l’amore per l’arte. Una parte significativa, però, la occupa il suo primo professore di arte delle scuole medie, che apprezzando i suoi lavori
ha incoraggiato la sua vena artistica.
Artista eclettico si diletta anche nella musica, per pura passione.
Dichiara l’artista: “Il mondo dell’arte mi ha sempre affascinato anche se gli ostacoli della vita mi hanno messo
di fronte ad una scelta obbligata. Per motivi economici non ho potuto proseguire gli studi accademici.

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